Complicato riordinare le idee per un’esegesi di Nymphomaniac [id., 2013] di Lars von Trier, opera spregiudicata e provocatoria che s’infoltisce man mano che si evolve, terreno di una proliferazione densa al punto di correre il rischio di smarrirsi nella propria eterogeneità. Per dipanare la matassa dobbiamo rifarci ai suoi fulcri strutturali e tematici: alla figura […]
L’intrus [id., 2004] è probabilmente l’opera più radicale di Claire Denis, ovvero il film dove la poetica della regista francese1 segna un punto di non ritorno. Si tratta difatti della sua pellicola più spiazzante, in cui psicologie, eventi, azioni e movimenti restano perennemente sospesi, e dove il loro senso non ci viene mai restituito nella […]
Autrice ancora troppo di nicchia e regista pressoché ignorata dalla distribuzione italiana, Claire Denis prosegue una tradizione cinematografica di resistenza nei confronti di un generale impoverimento – e irrigidimento – delle potenzialità del cinema. La sua opera è, infatti, un invito alla sperimentazione attraverso una riconsiderazione dei principi stessi della grammatica cinematografica – e che, […]
Il cavallo di Torino [A torinói ló, 2011] di Béla Tarr, come tutte le opere artistiche, trascende l’univocità di senso e significato. Ciò non toglie la precisa impostazione con cui l’opera è stata realizzata. V’è una determinata storia, per quanto nel corso dell’opus tarriana questa si scarnifichi sempre più, e v’è un preciso modo di narrarla. Benché […]