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Un mondo ormai perduto

Quanti film noir siamo capaci di nominare al volo?

Riusciamo a elencarne almeno tre? Cinque? Dieci? Quali immagini ci vengono in mente quando leggiamo l’espressione “film noir? Uomini che indossano cappelli fedora neri… donne con velette di pizzo… strisce di luce sulla parete di un ufficio pieno zeppo di oggetti… una vecchia Ford su una strada bagnata… una stanza d’interrogatorio illuminata alla Rembrandt…?

Facciamo un sondaggio tra appassionati di cinema. La maggior parte degli spettatori si ricorderà di titoli come Il grande sonno [The Big Sleep, Howard Hawks, 1946], La fiamma del peccato [Double Indemnity, 1944] o Il mistero del falco [The Maltese Falcon, John Huston, 1941]. Scavando più a fondo nella memoria, potrebbero ricordare L’infernale Quinlan [Touch of Evil, Orson Welles, 1958], Viale del tramonto [Sunset Boulevard, Billy Wilder, 1950] o addirittura Il fuorilegge [This Gun for Hire, Frank Tuttle, 1942]. Questi sono i titoli che compaiono in tutte le liste dei migliori film noir di sempre; sono i film di Hollywood che risplendono nel nostro immaginario grazie alla presenza di attori che hanno segnato i gloriosi anni Quaranta: Humphrey Bogart, Barbara Stanwyck, Dana Andrews, Marie Windsor, Gene Tierney, Lizabeth Scott, Veronica Lake, Robert Ryan, Alan Ladd, Jane Russell, Dan Duryea. Ma la storia del cinema noir non è fatta soltanto da una mezza dozzina di titoli. Nascosti dietro a un gruppo di film particolarmente famosi si trova una vasta gamma di pellicole a basso costo realizzate velocemente e in condizioni più o meno precarie. Fa sorridere notare come la maggior parte di questi film abbia titoli simili:

La polizia bussa alla porta [The Big Combo, Joseph H. Lewis, 1955], Il grande caldo [The Big Heat, Fritz Lang, 1953], Il grande coltello [The Big Knife, Robert Aldrich, 1955], I gangster non perdonano [Accused of Murder, Joseph Kane, 1956], Il delitto del giudice [An Act of Murder, Michael Gordon, 1948], Tormento [Dear Murderer, Arthur Crabtree, 1947], Man in the Attic [id., Hugo Fregonese, 1953], L’uomo nell’ombra [Man in the Dark, Lew Landers, 1953], La tragedia del Rio Grande [Man in the Shadow, Jack Arnold, 1957], Shadow of a Woman [id., Joseph Pevney, 1946], La castellana bianca [The Woman in White, Peter Godfrey, 1948], Il mistero del marito scomparso [Woman on the Run, Norman Foster, 1950], Chiamate Nord 777 [Call Northside 777, Henry Hathaway, 1948], 25 minuti con la morte [Dial 1119, Gerald Mayer, 1950], Non cercate l’assassino [99 River Street, Phil Karlson, 1953], Mondo equivoco [711 Ocean Drive, Joseph M. Newman, 1950], I gangsters [The Killers, Robert Siodmak, 1946], Rapina a mano armata [The Killing, Stanley Kubrick, 1956], Il bacio dell’assassino [Killer’s Kiss, Stanley Kubrick, 1955], Kill Me Tomorrow [id., Terence Fisher, 1957].

Secondo il libro Film Noir Guide di Michael F. Keaney, ci sono più di settecento film che possiamo definirenoir”. Sul tema è stato pubblicato un numero imponente di libri negli ultimi cinquanta anni. Pur senza aver letto tutti questi libri, la maggior parte degli appassionati ha una certa familiarità con l’universo del cinema noir anche grazie ai tanti film che ne sono stati influenzati, ed è capace di riconoscerne le figure chiave, i temi, l’immaginario.

thriller erotico L’annuncio pubblicitario per Oltre ogni rischio [Cat Chaser, Abel Ferrara, 1989] da Video Store Magazine.

E se si venisse a sapere che esiste un altro mondo dimenticato della storia del cinema statunitense, avvicinabile a quello del film noir, che occupa un posto ugualmente importante nel nostro immaginario? Un mondo che è popolato dallo stesso numero di film e che possiede il proprio pantheon di personaggi mitici. Film che hanno dominato segretamente i videonoleggi di quartiere e i canali della televisione via cavo a tarda notte per oltre un decennio, e che sono scomparsi nel nulla senza che nessuno, neanche i loro creatori, fosse a conoscenza della loro proliferazione. Tuttavia, a differenza del cinema noir, non esistono decine di libri o dei festival dedicati a questo ciclo di film. Si tratta di un mondo ormai perduto nel tempo.

Nel 2017 il venticinquesimo anniversario dell’uscita in sala di Basic Instinct [id., Paul Verhoeven, 1992] ha rinnovato l’interesse di varie testate per il thriller erotico, un sottogenere cinematografico dai contorni vaghi che era emerso ai margini di Hollywood negli anni Ottanta, aveva catturato l’attenzione del grande pubblico con l’uscita del controverso thriller domestico Attrazione fatale [Fatal Attraction, Adrian Lyne] nel 1987 e aveva avuto il picco di popolarità dopo la distribuzione di Basic Instinct nelle sale cinematografiche nel 1992. Uno dei primi articoli sul tema è stato pubblicato su Den of Geek col titolo The Erotic Thrillers That Followed Basic Instinct’s Success. Successivamente, niente meno che la versione cartacea domenicale del Washington Post ha dedicato una pagina intera alla domanda: «Che fine hanno fatto i thriller erotici?». Il rinnovato interesse per il thriller erotico ha spinto Esquire a pubblicare una lista dei «35 thriller erotici più sexy di sempre», mentre il canale Broadly di VICE ha fatto uscire una riflessione sulla «tragica scomparsa del thriller erotico degli anni Novanta». In difficoltà nell’identificare i capisaldi del genere, gli autori di questi articoli hanno fatto riferimento allo stesso gruppo ristretto di film hollywoodiani: Vestito per uccidere [Dressed to Kill, Brian De Palma, 1980], Brivido caldo [Body Heat, Lawrence Kasdan, 1981], Omicidio a luci rosse [Body Double, Brian De Palma, 1984], Attrazione fatale, Seduzione pericolosa [Sea of Love, Harold Becker, 1989], Basic Instinct, Body of Evidence – Il corpo del reato [Body of Evidence, Uli Edel, 1992], Jade [id., William Friedkin, 1995], Sex Crimes – Giochi pericolosi [Wild Things, John McNaughton, 1998], Eyes Wide Shut [id., Stanley Kubrick, 1999]. La maggior parte degli appassionati di cinema ha una certa familiarità con questi film. Sono i thriller erotici di prestigio presenti in tutte le liste best of; i film delle major con attori famosi. Ogni tanto una produzione a basso costo come L’ultima seduzione [The Last Seduction, 1994] di John Dahl fa la sua apparizione in queste liste, oppure nel tentativo di proporre qualcosa di nuovo viene menzionato il notevole In the Cut [id., 2003] di Jane Campion.

Ma alcuni appassionati non hanno dimenticato cosa voleva dire camminare lungo i corridoi tappezzati di moquette di uno qualsiasi dei negozi della catena Blockbuster. Ripensando ai thriller erotici che venivano trasmessi sui canali della televisione via cavo a tarda notte, ci si rende conto che c’è una parte importante della storia che viene ignorata. Non ci sono dubbi: i thriller erotici erano di più, molti di più. I titoli lasciavano poco spazio all’immaginazione: Spirale di violenza [Illicit Behavior, Worth Keeter, 1992], L’angelo del desiderio [Criminal Passion, Donna Deitch, 1994], Die Watching [id., Charles Davis, 1993]. Questi film ci invitavano a sbirciare attraverso la porta di una camera da letto per scoprire attimi di passione proibita, desideri pericolosi, peccati segreti. L’abbondanza di questi thriller era sottolineata dal numero crescente di sequel che si aggiungevano a film di cui non eravamo a conoscenza. Animal Instincts 2 [id., Alexander Gregory Hippolyte, 1994]? Secret Games 3 [id., Gregory Dark, 1994]? Protezione speciale [Night Eyes 4: Fatal Passion, Rodney McDonald, 1996]? Quando negli anni Novanta si incominciava a guardare un thriller erotico, si poteva essere certi che quest’ultimo aveva già dato vita a vari sequel.

Nel 1995 la sezione thriller di un qualsiasi videonoleggio di quartiere era tappezzata di immagini di uomini e donne seminudi stretti in abbracci lussuriosi; tuttavia, esaminando ulteriormente la copertina di queste VHS, si poteva notare la presenza della canna argentata di una pistola tenuta appena fuori dalla nostra vista, o il bagliore di un coltello premuto contro la parte bassa di una schiena.

thriller erotico dtvLe copertine VHS di Vicolo cieco [Perfect Strangers, Larry Cohen, 1984], Deadly Passion [id., Larry Larson, 1985], Congiure parallele [Backfire, Gilbert Cates, 1987], Seduzione a rischio [In the Heat of Passion, Rodman Flender, 1992] e Ambizione fatale [The Corporate Ladder, Nick Vallelonga, 1997]. Queste immagini illustrano chiaramente come l’iconografia legata al binomio sesso-morte del thriller erotico fosse già presente all’inizio degli anni Ottanta.

Le frasi di lancio provocanti fanno sorridere ancora oggi:

«Se pensi di poterla controllare, stai facendo un errore fatale».
Body Chemistry 3 [Point of Seduction: Body Chemistry 3, Jim Wynorski, 1994]

«Quando le passioni bruciano così forte, qualcuno è destinato a rimanere scottato».
Errore fatale [Deadly Desire, Charles Correll, 1991]

«Quando l’adulterio diventa ossessione, il climax può essere l’omicidio».
Omicidi in videotape [Deadly Embrace, David DeCoteau, 1989]

Chiunque abbia avuto il coraggio di noleggiare questi film, magari nascondendoli tra le VHS di Pretty Woman [id., Garry Marshall, 1990] e Jurassic Park [id., Steven Spielberg, 1993], non può averne dimenticato l’ambientazione. Era una realtà alternativa, che si trovava sempre “da qualche parte” a Los Angeles: un paesaggio soleggiato fatto di case di lusso, resort con piscina e case sulla spiaggia circondate da alberi di palma. Questo mondo aveva anche un lato oscuro: metropoli illuminate al neon e tappezzate di strip club di lusso, vicoli al chiaro di luna e appartamenti artistici in magazzini urbani. Le superfici erano ricoperte da tonalità intense di rosso scuro, rosa acceso e magenta luminoso, mentre un’illuminazione artificiale di colore blu creava un’atmosfera suggestiva in questo luogo oscuro situato nelle periferie di Hollywood.

Le storie di questi film erano considerate delle parabole oscure per la società di massa. Abbiamo casalinghe annoiate e frustrate che esplorano la propria sessualità. Guardie del corpo coinvolte in relazioni pericolose con donne ricche e sole. Episodi di lussuria e vendetta dietro le porte chiuse dei grattacieli delle grandi aziende. Telecamere nascoste e foto segrete. Pistole nascoste in borse firmate. Queste storie trasmettevano un unico messaggio: il desiderio è pericoloso.

thriller erotico dangerous touchKate Vernon e Lou Diamond Phillips in Dangerous Touch [id., Lou Diamond Phillips, 1994].

I contorni sfocati e morbidi di questo regno notturno nascondevano più di quel che apparisse a un primo sguardo: dietro un’imitazione apparentemente innocente di Hollywood si nascondeva qualcosa di inquietante, era come se i manichini di un negozio avessero preso vita dopo l’orario di chiusura per imitare i loro clienti. Questi giochi d’ombra dall’aspetto costoso erano veri e propri film o una nuova forma di pornografia di lusso? Gli attori di questi film, come le icone glamour del cinema noir, occupavano un pantheon che fungeva da specchio, eretto in imitazione dello star system di Hollywood. Shannon Tweed. Andrew Stevens. Shannon Whirry. Delia Sheppard. Martin Hewitt. Lisa Comshaw. Gabriella Hall. Landon Hall. Griffin Drew. Bobby Johnson. David Christensen. Monique Parent. Kira Reed. Nancy O’Brien. Douglas Jeffery. Jennifer Burton. Daniel Anderson. Rochelle Swanson. Julie Strain. Jodie Fisher. Tim Abell. Tané McClure. Lisa Boyle. Nel corso degli anni Novanta, questi attori erano come una compagnia teatrale itinerante il cui palcoscenico erano i canali della tv via cavo a tarda notte e gli scaffali del videonoleggio Blockbuster. Entravano e uscivano di scena uno dopo l’altro, attraverso le porte nascoste e i passaggi oscuri e tappezzati di tendaggi dell’industria dell’home video. Si rivelavano di notte e i loro rituali di accoppiamento – fotografati come dei servizi di Playboy – erano numerosi e ipnotizzanti. Penetrare, a tarda notte, nel misterioso mondo di questi film era come entrare in un centro commerciale attraverso la sezione profumeria. L’aria era talmente rarefatta che era difficile respirare e l’atto stesso di guardare provocava la sensazione piacevolmente imbarazzante di aver violato una qualche forma di privacy.

thriller erotico ultimate desireMolti thriller erotici prodotti direttamente per l’home video hanno protagoniste femminili che attraversano “il lato oscuro del desiderio”. Ne L’ultimo desiderio [Ultimate Desire, Rodney McDonald, 1993], il desiderio è letteralmente un profumo usato da un assassino per contrassegnare le sue vittime.

In ricordo affettuoso di questo mondo ormai perduto, un articolo pubblicato nel 2017 ha sorpreso tutti con qualcosa di nuovo e inaspettato. L’articolo in questione, The Sexpendables: How Basic Instinct Birthed a Schlocky, Sexy Cottage Industry, scritto da Donald Liebenson e pubblicato su Vanity Fair HWD, ha rappresentato il primo caso in cui una testata mainstream arrivò al punto di menzionare alcuni dei numerosi – e oggi dimenticati – thriller da tv via cavo degli anni Novanta come Occhi nella notte [Night Eyes, Jag Mundhra, 1990], Passione fatale [Body Chemistry, Kristine Peterson, 1990] e Istinti pericolosi [Animal Instincts, Gregory Dark, 1992] accanto a un film di prestigio come Basic Instinct. In quasi 25 anni, ciò non era mai accaduto. Gli appassionati di thriller erotici non avrebbero potuto fare a meno di restare sorpresi nel trovare una foto della star di Istinti pericolosi, Shannon Whirry, accanto a una foto di Sharon Stone. Era come se, finalmente, miracolosamente e per la prima volta, venisse riconosciuto ufficialmente che questi thriller erotici a basso budget non erano solo copie destinate a sfruttare il successo di Basic Instinct, ma una serie di innovativi film di serie B che Hollywood ha saccheggiato per foraggiare i suoi successi al botteghino. Questo articolo rappresentava un segnale di cambiamento? Questo sottogenere dimenticato di film apprezzati solamente da una tribù segreta di appassionati stava finalmente ottenendo il riconoscimento tanto atteso?

Forse agli occhi di una nuova generazione, il mondo pre-internet e privo di ironia degli anni Novanta, con i suoi thriller trasmessi sui canali della tv via cavo a tarda notte, sta acquistando una sorta di luccichio nostalgico. Una gag ricorrente nella serie Netflix Love [id., creata da Judd Apatow, Paul Rust e Lesley Arfin, 2016-2018] riguarda la fascinazione del personaggio principale, il nerd Gus Cruikshank, per il thriller erotico come sottogenere di film dimenticati e la sua determinazione a girarne uno tutto suo, malgrado i dubbi dei suoi amici hipster. In uno show televisivo dominato dalle inibizioni sessuali imbarazzanti dei suoi personaggi millennial, la nostalgia per un gruppo di film noti per il loro erotismo è facilmente comprensibile. Nella prima stagione, Gus cerca di spiegare cosa sia un thriller erotico alla sua potenziale fidanzata Mickey:

«Hai mai sentito parlare dei thriller erotici?».
«Vuoi dire torture porn?».
«No – risponde Gus – voglio dire thriller come Attrazione fatale, Basic Instinct o i film di Brian De Palma. Sai, la gente adorava quei film e ne hanno girati tantissimi, ma ora non vanno più di moda».
«Sì, immagino che oggi con internet non devi più andare al cinema per vedere un paio di tette».

Quanti sono, ci chiediamo in questo dossier, «tantissimi»?

Come vedremo tra poco, si tratta di un numero storicamente significativo. È un numero molto più grande di quello che produttori, sceneggiatori e registi di questi film avrebbero mai potuto immaginare. Nel 2016 ho iniziato a produrre un documentario intitolato We Kill for Love [id., 2023] con l’obiettivo di riscoprire il mondo perduto del thriller erotico direct-to-video (DTV). Ho intervistato registi, sceneggiatori, produttori, attori e altri professionisti per scoprire quante più informazioni possibili su questi film. Nel 2019 ho incontrato il regista di B-movie Fred Olen Ray (autore di una dozzina di thriller erotici negli anni Novanta) nella sua casa a Studio City, Los Angeles. Quando gli ho chiesto quanti thriller erotici pensava che fossero stati realizzati dal 1980 al 2005, ha ipotizzato «un centinaio, al massimo». Quando gli ho detto che ne avevo trovati oltre 625, ha riso per l’incredulità. Per la sua portata, il thriller erotico merita senz’altro di essere considerato uno dei più grandi movimenti cinematografici americani del Ventesimo secolo; ma allora perché gran parte di esso, come una città antica, resta ancora da scoprire? La mia indagine per rispondere a questa domanda è durata sei anni ed è cominciata in una biblioteca di Chicago.

Archeologia dei media

Quando ho iniziato il mio lavoro di ricerca su questi film, ero dell’idea che se avessi trovato alcuni studi accademici dedicati al thriller degli anni Novanta, questi potessero includere, almeno incidentalmente, dei thriller erotici da poter aggiungere alla mia sempre più ricca lista di film da guardare. Non potevo credere ai miei occhi quando ho trovato nella biblioteca Mansueto dell’Università di Chicago un libro interamente dedicato ai thriller erotici. Leggere The Erotic Thriller in Contemporary Cinema (2005), scritto dall’accademica britannica Linda Ruth Williams, era come leggere un libro sulla città perduta di Atlantide scritto da qualcuno che ci fosse vissuto realmente. Ho poi scoperto un secondo libro, Sexy Thrills: Undressing the Erotic Thriller (2007) di Nina K. Martin, che guarda al thriller erotico attraverso una prospettiva più femminista e psicoanalitica. Dopo Williams e Martin ho scoperto David Andrews, che ha dedicato una parte consistente di un suo libro, Soft in the Middle: The Contemporary Softcore Feature in its Contexts (2006), a una riflessione sui thriller erotici e sul loro legame col mondo “paracinematografico” dell’industria softcore americana. Inoltre ho trovato una manciata di articoli accademici pubblicati su riviste poco conosciute oramai scomparse, come l’articolo di Douglas Keesey They Kill for Love: Defining the Erotic Thriller as a Film Genre del 2001 per CineAction e l’articolo di Robert Eberwein del 1998 The Erotic Thriller per Post Script. Per me, queste cinque fonti rappresentavano una mappa che rivelava un tesoro nascosto. Quando sono uscito dalla biblioteca avevo una lista di circa 250 film da vedere. Quello che ancora mi mancava all’epoca era una definizione chiara del gruppo di film a cui avrei dedicato la mia ricerca.

Non è facile definire un genere. Come chiunque lavori nel campo della genre theory può testimoniare, vi sono contaminazioni incrociate e ibridazioni tra generi. Esistono western che sembrano film di fantascienza e film di fantascienza che sembrano thriller. Inoltre, da un punto di vista strettamente economico, i distributori home video negli anni Novanta erano meno interessati a rispettare la tassonomia di genere che a vendere VHS. Data la popolarità dei thriller erotici nel mercato dell’home video, molti film dell’epoca puntavano a catturare l’attenzione degli spettatori con titoli scandalosi, immagini erotiche sulle copertine delle VHS e parole come “seducente” e “bollente” negli annunci pubblicitari. In questo modo, molti thriller sentimentali realizzati per la TV, alcuni film d’azione e una serie di slasher europei potevano essere commercializzati come thriller erotici.

dangerous ads thriller eroticoA sinistra, la copertina genialmente fuorviante della videocassetta di The Dangerous [id., Rod Hewitt, David Winters, 1995]; a destra, un’immagine utilizzata oggigiorno per promuovere il film. La donna seminuda è stata sostituita da una spada fallica, il nome di Paula Barbieri è stato rimosso dai crediti principali e ora vengono elencati solo attori maschi, e la frase di lancio è completamente diversa.

Al fine di distinguere i veri thriller erotici dagli apparenti tali, nel 2015 sono pervenuto a una semplice definizione pratica, sviluppata a partire dagli studi accademici dedicati al genere e dalla visione di vari film. Prima di tutto, un thriller erotico deve essere un thriller. Per evitare di arenarci in una definizione articolata del thriller come genere cinematografico a sé stante, per gli scopi di questo dossier è sufficiente ricordare che i thriller si presentano in variazioni facilmente riconoscibili: il mystery thriller, il detective thriller, l’obsession thriller, il suspense thriller, ecc. Ci sono diversi film che possono essere considerati esemplari dei sottogeneri in questione, e identificarli non è difficile. In secondo luogo, un thriller erotico deve essere un thriller in cui l’elemento psicosessuale – un desiderio pericoloso, una passione proibita o una fantasia erotica – svolge un ruolo centrale nella storia. Infine, il thriller erotico deve avere scene di sesso che giustifichino la classificazione PG-13 (“film vietato ai minori di 13 anni non accompagnati da un adulto”) o R (“visione vietata ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto”) in America. Sebbene il numero e l’esplicitezza delle immagini sessuali varino tra film e film (ragion per cui alcuni film sono classificati PG-13, anche se la maggior parte sono classificati R oppure restano senza classificazione), questa caratteristica essenziale del genere – come un mostro in un monster movie o una tecnologia di sorveglianza futuristica in un thriller spionistico – risponde alle aspettative di tutti i fan.

Questa semplice definizione pratica mi ha consentito di isolare i veri thriller erotici in una vasta gamma di film. Grazie alle prime due regole ho potuto separare immediatamente i thriller erotici da un gruppo di film (semplici thriller, drammi a tinte fosche, film d’azione o slasher) che mostrano scene di nudo o di sesso simulato ma che non sono incentrati sull’idea che il desiderio sia pericoloso. Grazie alla terza regola ho potuto distinguere i thriller erotici da una vasta gamma di thriller sentimentali in cui una passione proibita svolge un ruolo centrale nella storia ma che non offrono scene di sesso abbastanza esplicite.

Il termine “thriller erotico” ha cominciato a circolare negli anni Ottanta proprio per descrivere questa nuova variante del thriller. Nei primi anni Novanta, la frase veniva usata negli annunci pubblicitari per attrarre i negozi di videonoleggio e sulle copertine delle VHS per prendere all’amo gli spettatori. In seguito all’enorme successo al botteghino di alcuni film hollywoodiani, sono stati realizzati così tanti thriller erotici in un così breve lasso di tempo che il mercato mondiale dei film DTV quasi non riusciva a tenere il passo. Questa fetta di mercato, che coinvolgeva il noleggio video in negozio, la tv via cavo e i film pay-per-view degli hotel, si nutriva di contenuti vietati ai minori ma rifiutava i tradizionali film pornografici, anche quando erano stati tagliati. Questo ambiente “family-friendly”, sviluppatosi negli anni Ottanta in reazione ad alcuni cambiamenti culturali avvenuti nel corso degli anni Sessanta e Settanta, si è rivelato essenziale per la sopravvivenza del thriller erotico DTV. Ha iniettato sistematicamente del contenuto erotico all’interno di un genere cinematografico tradizionale e “per tutti”, ed è prosperato in stretta relazione con un gruppo ristretto di thriller erotici hollywoodiani finanziariamente di successo. Come ha osservato Linda Ruth Williams, questa relazione è stata vantaggiosa per entrambe le parti. I film DTV hanno funzionato come laboratorio per lo sviluppo delle caratteristiche essenziali del thriller erotico, che Hollywood ha riproposto in film che sono diventati, di fatto, massicce campagne pubblicitarie per i thriller DTV. Come molti annunci pubblicitari dell’epoca testimoniano, il thriller erotico DTV era divenuto uno dei prodotti video più venduti degli anni Novanta.

animal instincts 2L’annuncio pubblicitario di Animal Instincts 2, con protagonista la star del thriller erotico Shannon Whirry.

Per tenere traccia del maggior numero possibile di thriller erotici, ho incrociato le filmografie degli attori. Ho acquistato videocassette VHS, laserdisc e DVD. Ho perlustrato siti online dedicati allo scambio clandestino di file di film. Come nel caso dei film noir, ho scoperto che a poche parole chiave erano associate centinaia di titoli:

PASSION: China Blue [Crimes of Passion, Ken Russell, 1984], Deadly Passion, Passion Flower [id., Joseph Sargent, 1986], Passione mortale [Mortal Passions, Andrew Lane, 1989], Seduzione a rischio, In a Moment of Passion [id., Zbigniew Kamiński, 1993], L’angelo del desiderio, Passioni omicide [Fatal Passion, T.L. Lankford, 1995], Deadlock: A Passion for Murder [id., Richard W. Munchkin, 1997], Dark Passion [id., Eric Gibson, 1998], Sheer Passion [id., John Quinn, 1998], When Passions Collide [id., Mike Kesey, 1997], Hidden Passion [id., Jay Madison, 2000], Passion’s Obsession [id., Cybil Richards, 2000], Passion Crimes [id., Rachel Gordon, 2001], Tropical Passions [id., Mike Sedan, 2002], Dangerous Passions [id., Woquini Adams, 2003], Trail of Passion [id., Mark Savage, 2003], Passionate Deceptions [id., Dante Giove, 2005].

KILL: Vestito per uccidere, Quando uno sguardo può uccidere [If Looks Could Kill, Chuck Vincent, 1986], Stripped to Kill [id., Katt Shea, 1987], Stripped to Kill 2: Live Girls [id., Katt Shea, 1989], Easy Kill [id., Josh Spencer, 1990], Uccidimi due volte [Kill Me Again, John Dahl, 1989], Kiss Me a Killer [id., Marcus DeLeon, 1991], Write to Kill [id., Ruben Preuss, 1991], Il prezzo di un amore [Ladykiller, Michael M. Scott, 1992], Gli occhi dell’assassino [Through the Eyes of a Killer, Peter Markle, 1992], Killer Looks [id., Paul Thomas, 1994], The Killing Jar [id., David Blum, 1994], Non cercate l’assassino [The Soft Kill, Eli Cohen, 1994], Killing for Love [id., Mike Kesey, 1995], Istinto omicida [Killer Instinct, David Tausik, 1991], The Killer Inside [id., Peter Maris, 1996], Killing Me Softly – Uccidimi dolcemente [Killing Me Softly, Chen Kaige, 2002].

OBSESSION: Dangerous Obsession [id., 1989], La scimmia è impazzita [Twisted Obsession, Fernando Trueba, 1989], Deadly Obsession [id., Jenö Hodi, 1989], L’ora del tè [Dark Obsession, Nick Broomfield, 1990], Intimate Obsession [id., Lawrence Lanoff, 1992], Ossessione fatale [Naked Obsession, Dan Golden, 1992], Hidden Obsession [id., John Stewart, 1993], Tortured Obsession [id., Kelli Lidell, 1993], Solo per il tuo bene [Beyond Obsession, David Greene, 1994], Sesso bendato – In balia dell’assassino [Blindfold: Acts of Obsession, Lawrence L. Simeone, 1994], Double Obsession [id., Eduardo Montes-Bradley, 1994], Killing Obsession [id., Paul Leder, 1994], Shadow of Obsession [id., Kevin Connor, 1994], Desperate Obsession [id., Eric Louzil, 1995], Private Obsession [id., Lee Frost, 1995], Evil Obsession [id., Richard W. Munchkin, 1996], Object of Obsession [id., Gregory Dark, 1998], Sinful Obsession [id., Eric Gibson, 1999], Passion’s Obsession [id., Cybil Richards, 2000], Sesso, bugie e inganni [Sex, Lies, and Obsession, Douglas Barr, 2001], Dark Obsession [id., 2002], Deviant Obsession [id., Eric Gibson, 2002].

SEX: Telefono caldo [Sexual Response, Yaky Yosha, 1992], Desiderio colposo [Sexual Intent, Kurt MacCarley, 1993], Annunci pericolosi [Sexual Outlaws, Edwin Brown, 1994], Lui, lei e l’altro [Sex and the Other Man, Karl Slovin, 1995], Sexual Roulette [id., Gary Graver, 1996], Sex, Secrets, and Betrayals [id., Dave Franks, 2000], Sexual Intrigue [id., J. Edie Martin, 2000], Sexy da morire [Dead Sexy, Robert Angelo, 2001], Sexual Predator [id., Robert Angelo, Rob Spera, 2001], Stolen Sex Tapes [id., Robert Farber, 2001], The Sex Spa [id., Yves Monroe, 2003].

DEATH: Deadly Passion [id., Larry Larson, 1985], Errore fatale [Deadly Desire, Charles Correll, 1991], Deadly Surveillance [id., Paul Ziller, 1991], La morte si fa bella [Drop Dead Gorgeous, Paul Lynch, 1991], A spasso con la morte [Dance With Death, Charles Philip Moore, 1992], Death Dancers [id., Jason Holt, 1993], Delitto incrociato [Dead On, Ralph Hemecker, 1994], Deadly Eyes [id., Stephen Lieb, 1994], Incontro al buio [Tall, Dark and Deadly, Kenneth Fink, 1995], Incubo mortale [Deadly Past, Tibor Takács, 1995], Deadly Sins [id., Michael Robison, 1995], Dead Heart [id., Nick Parsons, 1996], Con l’acqua alla gola [Dead Tides, Serge Rodnunsky, 1996], Charada mortale [Deadly Charades, Kelley Cauthen, 1996], Deadlock: A Passion for Murder [id., Richard W. Munchkin, 1997], Il bacio della morte [Kiss of Death, Barbet Schroeder, 1997], Dead by Dawn [id., James Salisbury, 1998], Incontro fatale [Interlocked: Thrilled to Death, Rick Jacobson, 1998], Dead Sexy, Tradimento mortale [Deadly Betrayal, Jason Hreno, 2003].

Questi film erano soltanto la punta dell’iceberg. Quando la mia lista di thriller erotici crebbe sino ad arrivare a 400 titoli, poi 500, e infine oltre 700, sapevo di essere sulla buona strada. Come gli accademici avevano compreso nei primi anni Duemila, questi film rappresentavano un mondo perduto del cinema americano. Per questo, viene naturale chiedersi per quale motivo sono sempre gli stessi film di Hollywood – Vestito per uccidere, Brivido caldo, Omicidio a luci rosse, Attrazione fatale, Seduzione pericolosa, Basic Instinct, Body of Evidence – Il corpo del reato, Jade, Sex Crimes – Giochi pericolosi, Eyes Wide Shut e In the Cut – a essere citati negli articoli sul thriller erotico, come se questo gruppo ristretto di film fosse stato capace di definire il campo d’azione e le potenzialità di tutto il genere.

La scomparsa dei supporti fisici

La spiegazione più semplice per cui il thriller erotico viene discusso esclusivamente attraverso un gruppo ristretto di film hollywoodiani, è che i film DTV a basso budget non sono facilmente reperibili. Molti thriller erotici DTV sono stati distribuiti solo una volta in VHS e sebbene alcuni di essi siano stati convertiti in DVD, la maggior parte risulta fuori catalogo da decenni. Dei 700 e più thriller erotici che sono riuscito a reperire, circa un terzo è disponibile esclusivamente su VHS o laserdisc. Alcuni film, pur essendo stati girati a Los Angeles, sono stati distribuiti solo in Russia, nel Regno Unito, in Brasile o in Germania.

A rendere più complicata la reperibilità dei thriller erotici DTV vi è poi il fatto che i supporti fisici stanno diventando sempre più velocemente un passatempo di nicchia per collezionisti. Sebbene alcuni thriller erotici DTV degli anni Novanta stiano apparendo magicamente sulle piattaforme di streaming (per poi scomparire con la stessa rapidità), il panorama tecnologico in continuo mutamento non offre certezze. Dai formati SD a quelli HD e 4K e oltre, ogni novità tecnologica richiede che le bobine dei film vengano riavvolte sulle stazioni di scansione, e i costi di queste operazioni spesso vengono calcolati in base alla lunghezza dei nastri. Quando per il mio documentario We Kill for Love ho intervistato Andrew Garroni, l’ex produttore di thriller erotici alla Axis Films International, le bobine di metallo contenenti i negativi in 35mm di Istinti pericolosi si trovavano ammassate in un angolo della stanza. Garroni si lamentava del costo delle nuove scansioni in 4K richieste da alcuni servizi di streaming. Per questo e altri motivi, il modo migliore per guardare un thriller erotico DTV sembrerebbe essere su un vero televisore a tubo catodico degli anni Novanta. La crescente sottocultura di appassionati di supporti fisici che collezionano film dimenticati su VHS potrebbe non avere un lettore Blu-ray, ma è sicuramente in possesso di un lettore VHS.

vhs thriller eroticoMolti thriller erotici dell’era DTV vennero distribuiti solo su videocassette VHS. Alcuni di essi, come Secret Sins [id., 1992], sono stati dimenticati dai loro stessi creatori e non hanno nemmeno una scheda su IMDb.

Tutto ciò aiuta a spiegare perché i thriller erotici DTV sono poco visti e raramente vengono citati, mentre le pellicole realizzate dalle major, di proprietà di aziende che possono permettersi di mantenere grandi librerie di film, sono ancora facilmente reperibili. Tuttavia, ciò non basta per spiegare la quasi totale invisibilità di un sottogenere cinematografico che ha dominato il mercato home video per 15 anni. Come testimonia la sempre crescente popolarità dell’horror come principale fenomeno sottoculturale del cinema americano, i fan continuano a scoprire e canonizzare innumerevoli pellicole dell’orrore dimenticate, tanto che film come Un Natale rosso sangue [Black Christmas, Bob Clark, 1974] e Suspiria (Dario Argento, 1977) vengono considerati oggi alla stregua di prodotti culturali mainstream e sono stati rifatti da Hollywood o riediti in ricchi formati deluxe su blu-ray. Anche i film horror a basso costo girati su video, come Sledgehammer [id., David A. Prior, 1983] e Fatal Images [id., Dennis Devine, 1989], sono stati riediti per un mercato di collezionisti di horror apparentemente sempre alla ricerca di novità.

L’horror dimostra che non è soltanto la scomparsa dei supporti fisici a impedire al thriller erotico di essere riscoperto. Se monitoriamo gli scritti della critica cinematografica alla ricerca di una spiegazione, troviamo frasi come questa:

Probabilmente il genere più popolare negli anni Novanta, il cosiddetto thriller erotico […] è un discendente diretto del film noir classico.1

Questa osservazione, di solito fatta dopo aver recensito solo una dozzina di thriller erotici prodotti da studi cinematografici, è diffusa e corretta. Tuttavia, come definizione, è troppo restrittiva. Come hanno evidenziato gli accademici che hanno studiato per primi il thriller erotico DTV, quelli che possono essere descritti come delle versioni aggiornate del film noir costituiscono forse non più di un terzo del numero totale dei thriller erotici DTV. Pertanto il legame col film noir non basta a definire il sottogenere nella sua interezza. C’è un numero altrettanto nutrito di thriller erotici che non condividono i personaggi tipo, le storie e lo stile del cinema noir. Esistono thriller erotici DTV, specialmente quelli con protagoniste femminili, che si ispirano al genere gotico-sentimentale, al film di suspense hitchcockiano, all’horror-giallo, al cinema europeo e addirittura a film come Sesso, bugie e videotape [sex, lies and videotape, Steven Soderbergh, 1989]. Ad esempio, quando mettiamo vicini un thriller erotico hardboiled prodotto da uno studio hollywoodiano come Brivido caldo e un thriller erotico DTV come Secret Games [id., Gregory Dark, 1992], appare evidente come l’intuizione critica secondo cui il film noir rappresenti la matrice del thriller erotico debba essere rivista.

Brivido caldo consiste in un riaggiornamento del film noir classico La fiamma del peccato di Billy Wilder del 1944, di cui ripropone le caratteristiche essenziali. Nello specifico, Brivido caldo presenta personaggi tipo del cinema noir come il fall guy e una bellissima femme fatale, un intreccio thriller con un omicidio e dialoghi che richiamano frequentemente quelli dei film degli anni Quaranta. Brivido caldo racconta la descensus ad inferos di un uomo che cade nella trappola di una donna-ragno bellissima e irresistibile. Secret Games, invece, è un obsession thriller sulla falsariga di film d’arte europei come Bella di giorno [Belle de Jour, Luis Buñuel] del 1967. In Secret Games, una donna sposata ma sessualmente insoddisfatta si trasforma in una prostituta d’alto bordo. La sua odissea sessuale non è raccontata come una descensus ad inferos, come nel caso di Brivido caldo, ma come un’ascesa verso un mondo ideale in cui delle donne bellissime e i loro clienti fanno l’amore dietro le mura esclusive di una lussuosa tenuta losangeliana. Nei momenti di pausa, le donne della casa si trattengono in lunghi bagni, parlano apertamente di sesso e di uomini e si scambiano gesti di intimità reciproci in un’atmosfera di libertà e disponibilità sessuale. Come in Brivido caldo, il percorso della protagonista attraverso il “lato oscuro” del desiderio la fa cadere in una trappola, ma solo dopo che siamo ascesi insieme a lei inseguendo il miraggio di una fantasia erotica senza tempo.

body heat secret games brivido caldo thriller eroticoDue prigioni molto simili, ma due thriller erotici molto diversi. William Hurt in Brivido caldo e Michele Brin in Secret Games.

Al contrario di Secret Games, Brivido caldo attinge esplicitamente, per tipologia di storia, atmosfere, personaggi e temi, alla tradizione del film noir. Tuttavia, entrambi vengono definiti thriller erotici. Ipotizzare dunque che la critica possa apprezzare sia Brivido caldo che Secret Games sulla base della loro familiarità con l’universo del noir pone il secondo film in un’evidente posizione di svantaggio. Non è sbagliato affermare che molti thriller erotici al femminile come Secret Games siano stati ignorati dalla critica proprio a causa della sussunzione del thriller erotico nella categoria dei film noir. Purtroppo, il cinema noir come unico riferimento per lo studio del thriller erotico domina la maggior parte delle riflessioni intorno a questo sottogenere; e ciò avviene nonostante l’uso del termine “film noir” si porti dietro vari interrogativi.

Il film noir e il thriller erotico

Il concetto di “film noir” fu coniato negli anni Quaranta per descrivere un ciclo di film americani cupi, sensuali e nichilisti, realizzati tra il 1939 e il 1960. Il termine fu poi ripreso e reso popolare negli anni Settanta. Oggi è diventato di uso comune, al punto che viene usato anche per promuovere i film.

Tuttavia, è complicato definire in modo univoco il “film noir”, a differenza di quel che accade con altre categorie di film, come il thriller, l’horror o la fantascienza. Film appartenenti a generi distinti possono essere identificati come “film noir” in virtù di temi, figure, personaggi ed espedienti stilistici stabiliti a priori dalla critica cinematografica. Per questo motivo, il “film noir” ha sempre rappresentato una categoria problematica. Qualsiasi film sufficientemente cupo realizzato tra il 1940 e il 1960 è stato definito almeno una volta “film noir”, senza fare troppa attenzione al suo genere di appartenenza o addirittura al suo paese di origine. L’uso del termine “film noir” è diventato sempre più problematico nel corso degli anni, anche perché nuovi sottogeneri come il “neo-noir” o addirittura il “neon noir” sono emersi nel tentativo di raggruppare insieme alcuni thriller moderni.

James Naremore non ha dubbi sull’impossibilità di pervenire a una definizione univoca di “film noir”. Come scrive in uno dei libri più influenti sul tema, More than Night: Film Noir in Its Contexts,

Non c’è modo di unificare questa categoria; nonostante decine di libri e saggi prodotti sul tema, non sappiamo ancora dire con certezza se i film in questione costituiscano un genere, un ciclo, uno stile o semplicemente un “fenomeno”.2

Stephen Neale è ancora meno indulgente e all’interno del libro Genre and Hollywood scrive che

Il “film noir” come fenomeno isolato […] non è mai esistito. È per questo che nessuno è stato in grado di definirlo e il canone ha contorni così imprecisi.3

Ciò non ha impedito ai critici cinematografici o agli storici odierni di usare il film noir (o il neo-noir) alla stregua di un genere per classificare quei film contemporanei che esibiscano temi, figure, personaggi o espedienti stilistici simili a quelli che ritroviamo nel film noir classico – per quanto il termine sia vago.

Per esempio, in un’intervista del 2 marzo 1988 concessa a Terri Gross durante il programma radiofonico Fresh Air, Bob Swaim, il regista del superlativo thriller erotico Masquerade [id., 1988] con Rob Lowe e Meg Tilly, a un certo punto ha detto: «Volevo girare un film noir classico». Ma non gli viene chiesto di spiegare che cosa questo termine significhi per lui. Pertanto, toccherà a noi avanzare delle ipotesi.

masquerade thriller eroticoRob Lowe e Meg Tilly in Masquerade.

Masquerade e film come Brivido caldo, Più tardi al buio [After Dark, My Sweet, James Foley, 1990], Passione mortale [Dangerous Passion, Michael Miller, 1990], Delitto incrociato [Dead On, Ralph Hemecker, 1994] e Trade-Off [id., Andrew Lane, 1995] possono essere facilmente etichettati come “film noir”, anche perché ne ripropongono gli intrecci. Esistono poi thriller erotici come Don’t Sleep Alone [id., Tim Andrew, 1997], Midnight Blue [id., Skott Snider, 1997] e Scandal: The Big Turn On [id., Howie Hoax, 2000], che riciclano l’illuminazione, gli oggetti di scena, i set e i costumi del film noir classico in modo talmente evidente da confinare nella parodia. Alcuni di questi (Fallen Angel [id., John Quinn, 1997]) sono addirittura ambientati negli anni Quaranta. Ma il gruppo di thriller erotici DTV prodotti dal 1985 al 2005 ha dato luogo a oltre 700 film – approssimativamente lo stesso numero di film noir classici prodotti dal 1940 al 1960. Una loro analisi accurata dimostra, come nel caso di Secret Games, che sarebbe sbagliato descrivere il movimento dei thriller erotici DTV solamente in funzione del film noir. Eppure, studi accademici a parte, si è sempre guardato al thriller erotico con la stessa lente usata per i film noir.

Nessuno dei voluminosi libri di cinema che vengono ripubblicati periodicamente in nuove edizioni – Film Art: An Introduction di Kristin Thompson e David Bordwell, A History of Narrative Film di David Cook o American Film: A History di Jon Lewis – cita il thriller erotico; al contrario, il film noir e il neo-noir sono introdotti assiomaticamente come generi cinematografici, e sono spesso accompagnati da un elenco di film di riferimento. Per esempio, a proposito del cinema americano degli anni Ottanta, David Cook scrive:

Un altro genere di film per adulti che è apparso nella seconda metà del decennio è stato il film noir. Rappresentativo più che altro della confusione morale dell’epoca che di una specifica condizione politica, questo tipo di film ha avuto come primo esemplare negli anni Ottanta l’eccitante e quasi perfetto Brivido caldo […] Dopo un periodo di pausa durato diversi anni, il film noir è tornato in auge con il nome “neo-noir”.4

Cook cita alcuni film hollywoodiani come esempi, tra cui La vedova nera [Black Widow, Bob Rafelson, 1986], Attrazione fatale, Masquerade e Seduzione pericolosa. Come Attrazione fatale – un obsession thriller di prestigio filtrato da una luce diffusa simile a quella di film d’autore europei come Emmanuelle [id., Just Jaeckin, 1974] e Bilitis [id., David Hamilton, 1977] – possa essere considerato un film noir o addirittura un neo-noir resta un mistero, ma Cook continua:

Questa tendenza a riproporre questo genere di film degli anni Quaranta si è rafforzato negli anni Novanta, quando il neo-noir è diventato la principale forma cinematografica americana, tanto per i registi alle prime armi quanto per quelli più navigati.5

Come esempi, Cook menziona una serie di film, tra cui Più tardi al buio, Cattive compagnie [Bad Influence, Curtis Hanson, 1990], L’altro delitto [Dead Again, Kenneth Branagh, 1991], Un bacio prima di morire [A Kiss Before Dying, James Dearden, 1991], Prova schiacciante [Shattered, Wolfgang Petersen, 1991] e, naturalmente, Basic Instinct. Tuttavia, sorprende l’assenza di qualsiasi riferimento al termine “thriller erotico”, considerando la notevole popolarità che il sottogenere aveva raggiunto a livello mondiale negli anni Novanta. In quel periodo, una vasta gamma di film veniva pubblicizzata come “thriller erotici” su giornali, locandine, annunci pubblicitari e copertine di videocassette. Cook sta guardando nella direzione del genere thriller erotico, ma a causa dell’influenza dominante del film noir, non riesce a riconoscerlo.

Nel suo libro del 2002 Crime Films, Thomas Leitch fa riferimento esplicito al thriller erotico e gli dedica un intero capitolo. Per Leitch, il thriller erotico era una forma aggiornata di film noir che «tornò prepotentemente alla ribalta nel 1981 con Brivido caldo e col remake de Il postino suona sempre due volte [The Postman Always Rings Twice, Bob Refelson, 1981]». Leitch menziona anche la star dei thriller erotici DTV, Shannon Tweed, ma i film interpretati dall’attrice che non sono film noir – l’odissea sessuale Sexual Response, il gotico-sentimentale Desideri nascosti [Illicit Dreams, Andrew Stevens, 1994] o qualsiasi altro thriller basato su una storia di terapia sessuale sulla falsariga di Condotta indecente [Indecent Behavior, Lawrence Lanoff, 1993] – non vengono neppure citati. Leitch non sembra essere lontano da qualcosa che ha il sapore della rivelazione:

Poiché la figura centrale di questa nuova generazione di film a tema criminale, il corpo fatalmente seducente e spesso nudo della star femminile, ha sia punti in comune che di divergenza con il noir classico, sarebbe più accurato chiamare questi film “thriller erotici” piuttosto che “neo-noir”.6

La centralità del corpo nudo femminile, come nota Leitch, rivela immediatamente la ragione più significativa per cui i thriller erotici DTV occupano una posizione indefinita nella nostra mappa cinematografica: la loro prossimità (che a volte diventa sovrapposizione) con un genere di film dalla scarsa reputazione, il softcore.

La “lettera scarlatta”

Un luogo comune riguardante i thriller erotici è che esistano per il sesso, mentre i film di Hollywood esistono per la storia. In questo modo l’eccitazione diventa indice di emarginazione.
– Linda Ruth Williams, The Erotic Thriller in Contemprary Cinema, Edinburgh University Press, Edinburgh 2005, p. 10.

Un film softcore è, in generale, un film in cui la sessualità, la nudità fotografata ad arte e l’intimità fisica simulata rappresentano l’elemento di maggiore attrattiva per il pubblico, spesso più degli attori famosi o della trama. In questo senso il softcore, sebbene non sia di per sé un genere cinematografico, presenta delle similitudini in quanto offre una serie di elementi specifici e immediatamente riconoscibili da sfruttare a fine commerciale. I film d’azione hanno esplosioni e inseguimenti, i film horror hanno sangue ed effetti protesici, i film softcore hanno scene di nudo e di sesso simulato. Gli elementi commercializzabili di un film sono usati dagli sceneggiatori per punteggiare le storie in modi che attraggono e soddisfano il pubblico, e il più delle volte questi elementi costano ai produttori di film una quantità spropositata di tempo e denaro. Per questo motivo vengono utilizzati con parsimonia e in modo strategico. Del resto, non tutti i thriller erotici DTV puntavano a essere film softcore. Molti includevano solo la quantità di spettacolo sessuale necessaria a renderli un prodotto di mercato profittevole. Alcuni film, come Testimone a nudo [Bare Witness, Kelley Cauthen, 2002] con Angie Everhart, in realtà hanno ridimensionato la nudità e lo spettacolo sessuale in occasione dell’uscita in DVD, dopo essere andati in onda in una forma più esplicita sulla tv via cavo. Altri film, come Spirale di violenza con Joan Severance e Jack Scalia, hanno aggiunto scene di nudo (usando controfigure) dopo che la produzione era terminata, per soddisfare la domanda del mercato. La quantità e la durata dello spettacolo sessuale nei thriller erotici variava, dunque, da film a film. Nel complesso, tale quantità è aumentata esponenzialmente nei primi anni Duemila.

mrg entertainment thriller eroticoHidden Passion, Sex, Secrets, and Lies 2 [id., Eric Gibson, 2002], Dangerous Passions, Undercover Sex [id., Carter St. George, 2003], Forbidden Passions [id., Woquini Adams, 2006]. I thriller erotici prodotti da MRG Entertainment, dominati da scene softcore, sono apprezzati dai fan principalmente per la bellezza degli uomini e delle donne che vi recitano.

Durante il periodo di declino del thriller erotico, noto anche come «periodo deflazionistico» (David Andrews), si sono prodotti numerosi film softcore per il mercato dei video pay-per-view. Le considerazioni sulla trama e sulla storia di questi film sono state poste in secondo piano rispetto al business plan iniziale. Questi thriller erotici a predominanza softcore – la maggior parte prodotti con budget ridotti da studi prolifici come MRG Entertainment – includevano una trama thriller-sentimentale, ma solo per farsi passare come film “rispettabili” mentre, in realtà, erano soliti privilegiare le scene di spettacolo sessuale, presenti a intervalli regolari. Per esempio, in Dangerous Passions il detective Walt Hodges (interpretato abilmente dall’ex porno star Randy Spears) va da una scena all’altra interrogando sospettati interpretati da attori poco esperti. Un interessante elemento della trama riguardante una moneta preziosa misteriosamente scomparsa – che ricorda Finestra sul vuoto (1942) di Raymond Chandler – conferisce al film un’aria intrigante di giallo poliziesco, ma il sesso frequente e privo di ispirazione è motivato da poco più di due persone che si trovano nella stessa stanza. Molti thriller erotici di questo periodo hanno importato interpreti dall’industria cinematografica hardcore, una migrazione che è aumentata con il crollo dei budget e il declino della popolarità del sottogenere. I titoli di questi film somigliano sempre più a parodie del sottogenere: Devant Vixens [id., Brad Hill, 2001], Insatiable Desires [id., B.R. Lewis, 2003], Forbidden Lust [id., Christopher Murphy, 2004], Insatiable Cravings [id., J.W. McHausen, 2006]. Tutti questi film hanno offuscato la linea già sottile tra thriller erotico e pornografia, e sicuramente ciò ha attenuato il fascino del genere agli occhi della critica istituzionale.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è corretto generalizzare e considerare tutti i thriller erotici softcore come meri prodotti commerciali privi di valore artistico, al contrario dei thriller erotici realizzati dalle grandi case di produzione. In realtà, alcuni dei thriller erotici softcore più espliciti sono stati diretti da registi rinomati nel genere, come Gregory Dark, Tom Lazarus ed Ed Holzman. Questi registi sono stati supportati da direttori della fotografia talentuosi che successivamente avrebbero lavorato a film hollywoodiani ad alto budget, come Wally Pfister e Phedon Papamichael. Inoltre, diversi attori protagonisti di questi film (Kira Reed, Catalina Larranaga, Rochelle Swanson, Bobby Johnson, Elizabeth Sandifer, Monique Parent, Shannon Whirry) avrebbero potuto facilmente intraprendere una carriera nel cinema e nella televisione mainstream. È vero che la “lettera scarlatta” della pornografia ha avuto un impatto negativo su numerose carriere, tuttavia, dietro molti di questi film, che cercavano semplicemente di soddisfare la domanda mondiale di spettacoli sessuali non pornografici, si nascondevano opere complesse e significative.

lazarus thriller eroticoWord of mouth [id., Tom Lazarus, 1999], House of Love [id., Tom Lazarus, 2000], Voyeur Confessions [id., Tom Lazarus, 2001], The Exhibitionist Files [id., Tom Lazarus, 2002]. Immagini dal “Lazarus Quartet”, quattro film psicologicamente penetranti scritti e diretti da Tom Lazarus per Playboy TV, con Catalina Larranaga. Il Lazarus Quartet contiene alcune delle scene più esplicite dell’era DTV, ma poiché i film coinvolgono ingegnosamente il proprio pubblico facendo del voyeurismo una tematica centrale, rappresentano una potente opera d’arte che ha pochi eguali nel softcore.

Alcuni thriller erotici DTV hanno saputo creare un genere autoriflessivo che si colloca in una posizione ambigua, a metà strada tra il cinema “rispettabile” e la pornografia. Alcuni sceneggiatori e registi hanno saputo interrogare il proprio pubblico con maestria, facendo dei sistemi di sorveglianza e del voyeurismo – elementi ricorrenti del genere – il tema centrale delle loro storie.

Per esempio, in The Finishing Touch [id., Fred Gallo, 1992] il detective della polizia Sam Stone (interpretato da Michael Nadler) è sulle tracce di un serial killer che prende di mira donne bellissime. I sospetti ricadono su Mikael Gant (interpretato da Arnold Vosloo), un videoartista specializzato in installazioni a tema sessuale. In una scena del film, il detective Stone interroga Gant a proposito degli elementi sessuali presenti nelle sue opere. Questa scena offre un’interessante spunto di riflessione: se interpretiamo le domande di Stone come il riflesso di una mentalità censoria conservatrice che associa il sesso alla pornografia, e le risposte fredde e arroganti di Gant come una difesa del genere thriller erotico, la scena si trasforma in una sorta di autogiustificazione del sottogenere:

«Al diavolo, andiamo, le piace giocare, vero Signor Gant?»
«Cosa intende?»
«Ci ha fatto credere di essere una specie di “artista”, quando in realtà è solo un assassino a sangue freddo.»
«Cosa ci faccio qui?»
«Mi incuriosisce questa sua cosiddetta videoarte. Mi dica una cosa, perché è così ossessionato dal fare film di nudo?»
«Non faccio film di nudo. Esploro le icone sessuali come mezzo per far capire alla sua società ciò che considera sacro.»
«Penso che lei faccia questi film e ci si masturbi.»
«Sono sicuro che lei, al mio posto, lo farebbe. C’è un conflitto all’interno della nostra società riguardo alle immagini sessuali, ed è mia responsabilità esporre questo conflitto, proprio come altri hanno ritenuto opportuno soffocarlo.»

Purtroppo, agli occhi della maggioranza, sembra che la posizione di Stone abbia prevalso. Nonostante gli sforzi del thriller erotico, sia in questo film che in molti altri, di coinvolgere il pubblico e di esplorare l’elemento erotico all’interno delle trame thriller, i film DTV sono stati frettolosamente etichettati come pornografici, senza che se ne potesse discutere per molti anni. Il thriller erotico DTV avrebbe potuto offrire molto di più se avesse avuto la possibilità di sopravvivere, ma proprio quando eravamo pronti ad ascoltare quel che aveva da dirci, ecco che qualcosa di ancor più preoccupante della stigmatizzazione associata alla “lettera scarlatta” della pornografia stava per manifestarsi all’orizzonte. Con l’arrivo del nuovo millennio, il panorama dell’home video si stava preparando a profondi cambiamenti.

Impronte sulla sabbia

Nel 2001, un articolo di Douglas Keesey dedicato al thriller erotico, intitolato They Kill for Love: Defining the Erotic Thriller as a Film Genre, è stato pubblicato sulla rivista canadese CineAction. Keesey, professore di cinema e letteratura moderna presso la California Polytechnic State University, ha scritto l’articolo con l’intento di promuovere il riconoscimento del thriller erotico come un genere meritevole di studio:

Quando questi tipi di film iniziarono ad apparire per la prima volta alla fine degli anni Ottanta, furono spesso liquidati dalla critica come semplici imitazioni realizzate per sfruttare il sorprendente successo di Attrazione fatale. Ma presto divenne chiaro che stava accadendo qualcosa di più importante. […] Il thriller erotico estende le linee dei generi in nuove direzioni e intreccia fili precedentemente separati. […] La nascita di un nuovo genere da forme preesistenti rappresenta un evento storico-sociale e un nuovo capitolo nella storia dell’estetica cinematografica.7

Sebbene l’articolo di Keesey sembri preannunciare la nascita di un nuovo genere cinematografico, in realtà possiamo affermare, a posteriori, che si trattava di un elogio funebre. Come tracce di passi sulla sabbia che improvvisamente scompaiono, le carriere di molti sceneggiatori, registi e attori di thriller erotici si sono bruscamente interrotte all’inizio degli anni Duemila. Sebbene la maggior parte degli spettatori non lo sapesse all’epoca, il loro destino era legato a quello, in continuo mutamento, dell’industria dell’home video. Lo si può intuire dal grafico sottostante, che ho creato utilizzando il mio database di oltre 650 thriller erotici realizzati tra il 1980 e il 2005.

thriller erotici numero per annoNumero di thriller erotici distribuiti ogni anno, dal 1980 al 2006.

Come illustrato chiaramente nel grafico, il thriller erotico era già presente negli anni Ottanta, sebbene non avesse ancora raggiunto il suo apice. Malgrado film come Vestito per uccidere, Brivido caldo, Chi vuole uccidere Miss Douglas? [The Seduction, David Schmoeller, 1982], Omicidio a luci rosse e Ladro di donne [Thief of Hearts, Douglas Day Stewart, 1984] abbiano manifestato la loro influenza nel decennio successivo, non riuscirono a trasformare il sottogenere in un fenomeno di portata globale. Senza l’inatteso successo internazionale di Attrazione fatale nel 1987, il thriller erotico avrebbe difficilmente potuto progredire come qualcosa di più di un genere di nicchia. La scossa che l’industria subì in seguito all’uscita di Attrazione fatale fu significativa: il 1987 è considerato l’anno d’inizio dell’era classica del thriller erotico.

Dopo il 1987, la produzione di thriller erotici ha sperimentato una costante crescita, seguita da un exploit improvviso quando thriller erotici a basso budget come Occhi nella notte e Patto a tre [Inner Sanctum, Fed Olen Ray, 1991] hanno generato milioni di vendite nel mercato home video in tutto il mondo, senza nemmeno essere distribuiti nei cinema. In questo momento cruciale, è arrivato Basic Instinct, che ha spinto il sottogenere in una fase d’intensa attività. La produzione di thriller erotici ha raggiunto il suo apice nel 1994, con oltre 70 film prodotti, per poi iniziare un declino costante, mitigato solo brevemente nei primi anni Duemila da un’ondata di thriller erotici realizzati appositamente per il mercato dei video pay-per-view.

Sebbene sia difficile individuare un unico film come l’ultimo thriller erotico dell’era classica, probabilmente non c’è esempio migliore a cui fare riferimento in questo contesto se non Basic Instinct 2.

basic instinct 2David Morrissey e Sharon Stone in Basic Instinct 2.

Basic Instinct 2 è stato sicuramente uno dei film che hanno contribuito a rafforzare l’impressione che il thriller erotico avesse ormai esaurito il suo corso. Innanzitutto, il sequel del film di Verhoeven ha subito critiche molto severe. Nell’edizione del 28 marzo 2006 del Village Voice, David Limm ha scritto: «Il Basic Instinct originale era sia una manifestazione che una critica del panico sessuale, un distillato senza sforzo dello zeitgeist di fine anni Ottanta e inizio anni Novanta: la fine della seconda ondata del femminismo, l’apice delle ansie legate all’AIDS, l’alba degli anni Clinton. Stanco e banale, Basic Instinct 2 non ha nemmeno una vaga rilevanza.» Dopo 26 anni dall’uscita del primo thriller erotico moderno, Vestito per uccidere di De Palma, il sottogenere iniziava già a mostrare i segni della sua età.

Nonostante Limm abbia interpretato l’uscita di Basic Instinct 2 come il presunto “funerale” del thriller erotico, è raro che questo film venga citato come la causa principale dell’improvvisa scomparsa del genere. Oggi, il motivo più comunemente citato per la fine del thriller erotico nei primi anni Duemila, ripetuto innumerevoli volte nelle recensioni online e menzionato in numerosi articoli sull’argomento, è l’avvento di Internet.

Internet e il thriller erotico

La teoria secondo cui internet sarebbe stata la causa principale della rapida scomparsa del thriller erotico si basa sull’assunto che la disponibilità di contenuti espliciti online avrebbe reso il genere meno interessante o necessario. Questo argomento è stato ampiamente ripreso in diversi articoli online e ha continuato a diffondersi attraverso i social media. Ad esempio, nell’articolo di Adam White del settembre 2021 pubblicato su Independent, intitolato Ice picks, full frontals and the grand, urgent return of the erotic thriller, questa tesi viene presentata esplicitamente:

Ci sono molte ragioni per le quali il thriller erotico mainstream ha perso slancio verso la fine degli anni Novanta. L’immediata disponibilità della pornografia su internet significava che gli adulti arrapati non avevano più bisogno di pagare 15 sterline per vedere scene di sesso simulato realizzate con gusto.

Ci sono due problemi evidenti con questa tesi. In primo luogo, si commette l’errore di confondere il pubblico del thriller erotico con quello della pornografia. Queste due categorie di spettatori non erano identiche. Implicitamente, White sta suggerendo che la presenza di scene di nudo femminile e di sesso simulato abbia rappresentato l’unico motivo per cui le persone all’epoca guardavano i thriller erotici. L’idea è che il successo finanziario dei thriller erotici sia stato determinato esclusivamente dagli uomini eterosessuali sessualmente eccitati, spesso etichettati come “adulti arrapati”, ovvero coloro che rappresentano i principali consumatori di pornografia online. Questa rappresentazione semplificata e stereotipata del pubblico è però un’interpretazione erronea del mercato dei thriller erotici degli anni Novanta.

Come evidenziato da David Andrews nel suo libro Soft in the Middle, sin dall’inizio i produttori di home video e i programmatori dei canali televisivi via cavo hanno adottato una strategia mirata a soddisfare sia il pubblico maschile che quello femminile al fine di massimizzare il pubblico e i profitti. I thriller erotici (e molti drammi softcore prodotti per la programmazione notturna della tv via cavo) presentavano un equilibrato mix di prospettive di genere, poiché sin dall’inizio gli acquirenti avevano manifestato una forte opposizione verso i film erotici indirizzati esclusivamente a un pubblico maschile. Riprendendo un’osservazione contenuta nel libro di David Mair Inside HBO, David Andrews scrive:

Secondo le parole di Brigitte Potter, programmer di HBO, Cinemax era alla ricerca di contenuti “piccanti, ma non osceni”. Questa nuova filosofia, sponsorizzata da una donna che ricopriva una posizione di rilievo nell’azienda, rappresentava un chiaro segnale del fatto che HBO non avrebbe finanziato film volgari o indirizzati esclusivamente al pubblico maschile, come quelli associati ai cinema di quartiere e ai drive-in.8

Le immagini per adulti scaricate dagli uomini su internet non sembravano essere una minaccia per le grandi catene di videonoleggio o per i canali televisivi a pagamento. Infatti, come indicato dalla citazione sopra riportata, tali industrie hanno ottenuto successo proprio evitando di associarsi alla pornografia.

Il secondo problema della tesi di White consiste nell’eccessiva sopravvalutazione sia della diffusione dell’uso di internet negli anni Novanta, sia delle velocità di connessione di allora. Anche se fosse vero che «internet ha causato la fine del thriller erotico», già a metà degli anni Novanta, quando il genere iniziò a declinare rapidamente, internet non era ancora sufficientemente diffuso o veloce per poter svolgere tale ruolo.

Per supportare questa argomentazione con dati concreti, se analizziamo i grafici sull’adozione di internet negli Stati Uniti e sulla velocità di connessione nel corso del tempo e li confrontiamo con il nostro grafico relativo al numero di thriller erotici prodotti ogni anno, possiamo osservare che nel 1999, quando il thriller erotico stava rapidamente scomparendo, solo il 40% degli adulti americani di età superiore ai 18 anni utilizzava internet, e tra tutte le case dotate di una connessione, il 90% utilizzava un modem 56k o più lento, mentre la metà usava modelli da 28.8k o 33.6k. Ciò significa che il 60% degli americani, se utilizzava internet, lo faceva presso la propria biblioteca locale. Nel 1999, un’immagine a schermo intero alla velocità di connessione media domestica avanzava sullo schermo una riga alla volta. È superfluo dire che i video delle dimensioni di un francobollo che si potevano trovare erano brevi, sfocati e caratterizzati da una qualità sonora inferiore persino a quella delle trasmissioni radio AM. Per la maggior parte dei consumatori, ad eccezione di un gruppo sofisticato di appassionati di computer di ultima generazione che frequentavano i forum Usenet, la pornografia online non era ancora arrivata.

L’erronea correlazione tra la diffusione della pornografia su internet e il declino del thriller erotico rappresenterebbe un esempio di di come il principio di correlazione non implichi necessariamente quello di causalità se i due fenomeni fossero effettivamente correlati, tuttavia, come abbiamo appena visto, non si sono neppure incrociati. L’idea diffusa che i due fenomeni siano correlati può essere spiegata in modo più plausibile attraverso ciò che gli psicologi definiscono come “euristica della disponibilità”. Attualmente, grazie alla diffusione di una vasta gamma di pornografia video gratuita su internet, i critici cinematografici erroneamente presumono che questa situazione sia sempre esistita fin dall’inizio. Questa tesi ci induce a credere che, non appena internet è arrivato, tutti potessero avere accesso a una connessione e avessero modo di scaricare pornografia ad alta velocità. Tuttavia, se questo è vero oggigiorno, non lo era allora.

È solo molto dopo il 2006, con la diffusione su larga scala delle connessioni a banda larga e l’emergere dei moderni motori di ricerca come Google, che la pornografia online è diventata facilmente accessibile per l’utente medio di internet. In effetti, due dei siti porno più visitati al giorno d’oggi, pornhub.com e xvideos.com, sono stati fondati solo nel 2007. A quel punto, mentre Basic Instinct 2 veniva proiettato nei cinema, l’industria dell’home video era già in crisi e il thriller erotico era destinato a scomparire insieme ad essa.

Il crollo dell’industria dei videonoleggio

In un curioso capovolgimento del buon senso degli affari, il desiderio dei proprietari di negozi di videonoleggio di soddisfare i clienti ha contribuito paradossalmente al declino dell’industria. Negli anni Ottanta e Novanta, i negozi di videonoleggio, inconsapevolmente, hanno contribuito a sigillare la propria sorte inventando modi sempre più efficienti per offrire ai clienti ciò che desideravano. Paradossalmente, era stato proprio il fatto di non seguire questa strada a favorire la presenza numerosa di nuovi thriller erotici sugli scaffali dei negozi di videonoleggio.

Un settore trascinato da clienti insoddisfatti può sembrare controintuitivo, ma è stato un fenomeno documentato dall’analista del settore Thomas K. Arnold sulle pagine della rivista Video Store (Arnold ha definito questo fenomeno «deliberata insoddisfazione del consumatore»). Quando le VHS dei film più recenti sono state spostate dalle sezioni di genere come THRILLER, HORROR e COMMEDIA a una bacheca speciale chiamata NUOVE USCITE, molti clienti hanno smesso di fare un salto nella loro sezione di riferimento. Di conseguenza, hanno cessato di noleggiare i film di genere a basso budget che presentavano somiglianze con le produzioni hollywoodiane disponibili nel negozio. Nell’arco di un decennio, questo ha ridotto i profitti dei distributori di film indipendenti, il cui modello di business era basato sulla fornitura di titoli per quelle sezioni di genere. Ad esempio, per ogni Attrazione fatale si poteva trovare film come Passioni omicide, La iena (Joe D’Amato, 1997), Fatal Pursuit [id., Eric Louzil, 1995] e Fatal Desire [id., Roberto Schlosser, 2003], oppure per ogni Body of Evidence – Il corpo del reato si trovavano film come Body of Influence [id., Gregory Dark, 1993], Body Shot [id., Dimitri Logothetis, 1994] o Body Language [id., George Case, 1995].

Quando Blockbuster Video e Hollywood Video sono diventati famosi, hanno ampliato in modo eccessivo la sezione dedicata alle nuove uscite, ponendola attorno al perimetro esterno di ogni negozio. E hanno riempito quel perimetro con i film delle major, acquistando 25, 50 o 100 copie di ciascun film. Questa conquista dello spazio sugli scaffali basata sull’economia di scala era chiamata copy depth, “profondità di copia”. I consumatori erano soddisfatti perché i film di Hollywood che desideravano erano sempre disponibili. I distributori indipendenti la odiavano perché assottigliava ulteriormente la loro fetta di mercato. I DVD arrivarono poco dopo, e sebbene fossero stati pubblicizzati come “i salvatori di Hollywood”, non portarono vantaggi ai distributori cinematografici indipendenti. Poiché i DVD avevano un prezzo di circa un quarto rispetto alle VHS, i distributori sperimentarono improvvisamente una riduzione del 75% nel fatturato. Non solo, i consumatori iniziarono a collezionare DVD per creare le proprie librerie di home video. Questo spostamento del reddito disponibile dal noleggio all’acquisto causò un forte calo delle vendite nei generi sexy indipendenti come il thriller erotico. Nessuno voleva che i vicini di casa scorgessero una copia di Indecent Behaviour II [id., Carlo Gustaff, 1994] accanto a Pocahontas II – Viaggio nel nuovo mondo [Pocahontas II: Journey to the New World, Bradley Raymond, Tom Ellery, 1998], e tanto meno una copia di Ossessione fatale. I thriller erotici erano concepiti per essere noleggiati e restituiti. Collezionare DVD era invece un’ambizione. Quando agli inizi degli anni Duemila gli studi cinematografici firmarono accordi con Walmart e Target per bypassare i negozi di video e vendere i DVD direttamente ai consumatori (“sell-through“), senza rendersene conto sancirono la condanna a morte dell’industria del noleggio di home video. Le aziende che in passato avevano spazzato via i negozi di video indipendenti, ora vedevano i loro profitti divorati dalle grandi catene. Nel 2010 sia Hollywood Video che Blockbuster Video dichiararono bancarotta.

blockbusterUn blockbuster abbandonato in Chino, California, 2017. Foto dell’autore.

Il thriller erotico proliferava all’ombra dell’industria home video. Quando quest’ultima iniziò a declinare, il thriller erotico DTV si trovò costretto, per sopravvivere, a occupare le fasce orarie notturne sempre più affollate della televisione via cavo, che stava privilegiando i reality show e le produzioni originali di alta qualità. Ma non solo. Dopo vent’anni di dominio, il thriller erotico si trovava a dover affrontare il più impegnativo degli ostacoli: la saturazione del mercato e la stanchezza del pubblico. Questo semplice fatto, spesso trascurato dell’industria cinematografica, è stato menzionato da tutti i produttori cinematografici che ho intervistato.

La maggior parte dei generi cinematografici popolari, in particolare i sottogeneri trainati dai B-movie, si sviluppano in cicli. Iniziano con i primi successi, che generano una “corsa all’oro”, seguita da un’ondata di film simili tra loro ma realizzati con budget sempre più ridotti. Man mano che il pubblico si abitua allo stesso tipo di prodotto e gli acquirenti diventano più selettivi, si verifica una spirale discendente di profitti sempre più ridotti. Per esempio, il regista Rogelio Lobato mi ha raccontato che quando si era proposto di realizzare un thriller erotico indipendente, Depraved [id., 1996], i distributori avevano garantito ai produttori del film un ritorno sull’investimento diverse volte superiore, soprattutto se avessero scelto l’attrice Barbara Niven nel ruolo di femme fatale. Tuttavia, al momento della fine delle riprese di Depraved c’erano così tanti thriller erotici che stavano invadendo il mercato e tra cui i distributori potevano scegliere che il film fu addirittura fortunato a recuperare un terzo del suo budget. Produzioni fallimentari come quella appena citata hanno messo fuori gioco molti investitori cinematografici, allontanandoli da un sottogenere che nel 1999 sembrava aver esaurito il suo corso.

depraved thriller eroticoAnthony Guzman, Seidy Lopez e Barbara Niven in Depraved.

Acque profonde

È un fatto noto che i pesci non si trovano bene in acque troppo limpide. Tuttavia, se c’è una vegetazione acquatica o qualcosa del genere, il pesce si nasconde sotto la sua ombra e vive serenamente. Allo stesso modo, le persone appartenenti alle classi inferiori potrebbero vivere in pace se alcune questioni venissero trascurate o ignorate. Questa dinamica deve essere compresa quando si analizza il comportamento umano.
– Tsunetomo Yamamoto, Hagakure. Il codice segreto dei samurai

Nel 2019 iniziarono a circolare voci su un nuovo progetto cinematografico di Adrian Lyne, il leggendario regista di 9 settimane e 1/2 [9 1/2 Weeks, 1986], Attrazione fatale e L’amore infedele – Unfaithful [Unfaithful, 2002]. Si diceva che Lyne avesse intenzione di portare sul grande schermo un romanzo di Patricia Highsmith del 1957, Acque profonde [Deep Water]. L’uscita del film nel 2022 ha scatenato un acceso dibattito, alimentato anche dalle foto dei protagonisti Ben Affleck e Ana de Armas scattate a New Orleans, suscitando speculazioni fino a dove Lyne si sarebbe spinto questa volta. In un’epoca dominata dagli adattamenti di fumetti e cartoni animati rivolti agli adolescenti, il ritorno dietro la macchina da presa di un regista specializzato nell’esplorazione dell’erotismo dopo vent’anni sembrava impossibile

Tuttavia, all’ultimo minuto, Fox/Disney ha ritirato Acque profonde dalle sale e ha consegnato il film al gigante dello streaming Hulu per una prima digitale in sordina. Le reazioni successive all’uscita del film sono state variegate: alcune critiche si sono concentrate sulle ambizioni erotiche del film, altre hanno messo in discussione la credibilità di un thriller degli anni Cinquanta reso moderno e attuale, mentre altre ancora hanno giudicato il film in base alla sua abilità nel riportare in auge un genere cinematografico ormai dimenticato, ovvero il thriller erotico.

ana de armas ben affleck acque profonde thriller erotico lyneAna de Armas e Ben Affleck in Acque profonde di Adrian Lyne.

Per quanto riguarda il contenuto erotico di Acque profonde, Natalia Keogan di Paste ha descritto il film come se fosse «bollente di desiderio proibito». In un articolo per bluray.com, Brian Orndorf ha sottolineato la «straordinaria chimica» tra le star Ben Affleck e Ana de Armas. Richard Roeper del Chicago Sun Times ha affermato invece che «le scene di sesso tra Affleck e de Armas sono erotiche tanto quanto la sensazione di una doccia gelata».

Molti sono rimasti perplessi di fronte a un thriller ispirato a un romanzo ambientato negli anni Cinquanta, un’epoca in cui il matrimonio aperto era considerato un tabù. Peter Travers di ABC News ha scritto: «Nel 2022, in un’epoca sessualmente liberata, questa versione aggiornata di Acque profonde sembra fuori luogo». In un articolo per The Face, Anna Bogutskaya ha sollevato degli interrogativi sui tabù che un thriller erotico sarebbe capace di infrangere nel 2022 («l’emozione di scoparsi un potenziale assassino sembra datata e banale»).

Di particolare interesse sono stati gli articoli che hanno evocato una certa nostalgia per un genere cinematografico perduto come il thriller erotico, che molti pensavano che Acque perdute potesse far rivivere. Dana Stevens, su Slate, ha commentato: «Se trovi Acque profonde deliziosamente assurdo o semplicemente assurdo può dipendere da quanto senti la mancanza di questo tipo di film [il thriller erotico, NdT]. Nel mio caso, la risposta è molto». Allo stesso modo, Stephanie Zacharek su Time ha scritto che «Acque profonde si presenta come un thriller erotico in stile anni Ottanta, un genere che mi piacerebbe vedere rinascere».

I commenti sopra citati, insieme ad altri simili sui social media, hanno evidenziato la difficile sfida che un thriller erotico deve affrontare nel cercare di stupire o eccitare un pubblico contemporaneo. Inoltre, hanno rivelato una preoccupante mancanza di consapevolezza culturale riguardo a dove sia finito il genere thriller erotico in tutti questi anni. Il presupposto non dichiarato presente nella maggior parte degli articoli era sempre lo stesso: il thriller erotico è ormai una reliquia di un’epoca passata.

Quest’ipotesi sembra essere supportata anche da questo dossier. Come indicato nel grafico soprastante che riguarda le uscite di thriller erotici dal 1980 al 2006, la produzione di questi film si è intensificata negli anni Ottanta, ha registrato una rapida crescita dopo il successo di Attrazione fatale nel 1987, ha raggiunto il suo apice nel 1994 sulla scia di Basic Instinct, per poi declinare con Basic Instinct 2 nel 2006. Da ciò sembra ragionevole presumere che all’inizio degli anni Duemila il thriller erotico non esistesse più come genere cinematografico. Potremmo persino essere tentati di concludere che i suoi temi centrali e le sue narrazioni – uomini distrutti da affascinanti femme fatale, donne che scoprono il lato oscuro del desiderio, storie d’amore illecite e ossessioni pericolose – siano stati abbandonati dal cinema moderno.

Ma quest’affermazione non è del tutto corretta. Sebbene il thriller erotico non venga più realizzato e promosso esplicitamente come tale, i suoi elementi distintivi non sono mai scomparsi del tutto. Come genere narrativo che combina elementi del genere thriller e sentimentale con una certa quantità di sesso softcore, il thriller erotico ha continuato a prosperare discretamente anche dopo la sua presunta scomparsa nel 2006, adattandosi a un contesto differente. Come vedremo alla fine di questo dossier, questo adattamento è essenziale per la sopravvivenza del thriller erotico, e la sua mancanza il motivo per cui, nell’era di servizi di streaming e dei social media, Hollywood non produce più un gran numero di film appartenenti a questo genere. In particolare, vedremo come ci sono ancora degli spazi in cui il thriller erotico può sfuggire alla stigmatizzazione e trovare un pubblico che apprezzi le sue storie e i suoi personaggi. Un pubblico che non sia interessato alla pornografia ma che desideri una quantità moderata di contenuti erotici. In questi spazi, scopriremo, il genere sta prosperando.

Nonostante le voci che sostengono che il thriller erotico sia scomparso da oltre vent’anni, se andiamo oltre la superficie di Hollywood e osserviamo l’ambito dell’home video contemporaneo, vediamo che il thriller erotico sta prosperando in tre mercati molto diversi: la televisione femminile, il cinema nero indipendente e Bollywood. Questi mercati dimostrano che il thriller erotico non è un fossile di un’epoca passata solo perché non viene più prodotto da Hollywood, ma si tratta di una forma narrativa viva, che si adatta e prospera per soddisfare un nuovo pubblico.

1. Donne in pericolo

Il thriller sentimentale prodotto per la televisione – noto anche come “femjep”, film di “donne in pericolo” oppure (in riferimento al network che ne produce numerosi) “Lifetime movies” – è sempre esistito. Oggi questi film vengono realizzati in abbondanza per numerosi servizi di streaming e sono espliciti quasi quanto i tradizionali thriller erotici, eppure vengono raramente menzionati nelle discussioni intorno al genere poiché sono pochi i critici che li prendono sufficientemente sul serio da valutarli sullo stesso piano dei film “seri”. Di conseguenza, questi film rappresentano una sorta di territorio non riconosciuto, in prossimità sia del cinema indipendente che di Hollywood. In questo senso, ricordano il thriller erotico DTV sia come prodotto di mercato che come genere fantasma. Il thriller sentimentale prodotto per la televisione condivide così tanti elementi con il thriller erotico che a volte è difficile distinguerli. Il thriller sentimentale ha preceduto di molti anni il thriller erotico nella narrativa popolare e poi in televisione. Ha cavalcato l’onda del thriller sexy per tutti gli anni Ottanta e Novanta, e quando la produzione di thriller erotici è declinata nei primi anni Duemila, è tornato discretamente a una forma meno esplicita. Meno esplicita, almeno fino a poco tempo fa.

Esaminando il materiale promozionale degli anni Ottanta e Novanta, è evidente che i thriller sentimentali prodotti per la televisione, vincolati da una serie di restrizioni sui contenuti imposte dalle reti televisive, non avevano nulla da perdere nel suggerire agli spettatori che avrebbero assistito a qualcosa di più erotico e violento di quello che in realtà avrebbero visto. I canali televisivi ABC, CBS e NBC (per molto tempo gli unici canali TV disponibili al pubblico americano) adottavano strategie pubblicitarie simili a quelle dei thriller erotici, suggerendo implicitamente che anche i loro film potessero rappresentare delle pericolose esplorazioni del lato oscuro del desiderio.

Gli annunci pubblicitari di Through Naked Eyes [id., John Llewellyn Moxey, 1983], Naked Lie [id., Richard A. Colla, 1989] e French Silk [id., Noel Nosseck, 1994]. I thriller erotici realizzati per la televisione utilizzavano le parole seducenti e le immagini suggestive sulla copertina del video per attrarre gli spettatori.

Vediamo alcuni esempi. Through Naked Eyes è un thriller per la TV interpretato da Pam Dawber, attrice famosa per aver interpretato Mindy nella serie televisiva Mork & Mindy [id., 1978-1982]. L’annuncio pubblicitario di Through Naked Eyes riportava: «Lui guarda lei. Lei guarda lui. Un gioco emozionante. Un gioco seducente. Finché non vedono qualcosa che non dovrebbero vedere… e il gioco si trasforma in un incubo». Ma chiunque guardi questo film per più di 15 minuti, si renderà presto conto che non ci sono possibilità che i due protagonisti vedano qualcosa che non avrebbero dovuto vedere… o qualcuno nudo. Quella del film era una pubblicità ingannevole preparata a tavolino. Il thriller Naked Lie, con Victoria Principal nei panni di un avvocato in un caso di omicidio che coinvolge un giudice e una prostituta morta, ruota intorno all’idea che il desiderio sessuale sia pericoloso, ragion per cui non è sbagliato etichettarlo come un thriller erotico – anche se sarebbe stato più onesto intitolarlo Half-Naked Lie. Per gli annunci pubblicitari del film Victoria Principal e il co-protagonista James Farentino hanno posato stretti in un abbraccio lussurioso, un’immagine ricorrente in molte materiali promozionali dei thriller erotici degli anni Novanta. Anche se nel film non ci sono immagini più provocanti di questa, numerose scene d’amore, in particolare le scene tra Farentino e Principal ambientate in camera da letto con musica di sassofono in sottofondo, imitano chiaramente gli inserti softcore che si trovano nei thriller erotici DTV.

Questi esempi di faux (“finti”) thriller erotici erano diffusi negli anni Ottanta e Novanta, quando le attrici che erano già famose in TV e al cinema – Jane Seymour, Susan Lucci, Cheryl Ladd – hanno lavorato in questo sottogenere per aggiungere un po’ di pepe alle loro filmografie. La proliferazione di thriller erotici più espliciti sugli scaffali dei negozi di videonoleggio e sui canali delle TV via cavo a tarda notte ha senza dubbio favorito la diffusione di questi film nel mercato dell’home video.

Con l’avvento di una maggiore diversificazione dell’offerta della televisione via cavo alla fine degli anni Novanta, sono arrivati ​​nuovi canali come Fox, USA Network e Lifetime (un canale premium con un pubblico femminile come target di riferimento) e il finto thriller erotico ha guadagnato maggiore popolarità. My Stepson, My Lover [id., Mary Lambert, 1997], un film di USA Network, presenta Rachel Ward, un’icona del thriller erotico, in diverse situazioni piccanti, come suggerito dal titolo del film. Il film addirittura utilizza la luce blu e la fotografia diffusa che troviamo in thriller erotici di lusso come Istinti pericolosi e Secret Games. La descrizione sulla copertina del video dichiara che il film è «erotico… provocante… assolutamente avvincente». My Stepson, My Lover è tutto questo, ma per quelli di noi che hanno effettivamente visto Istinti animali e Secret Games, l’erotismo è un’altra cosa.

L’avvento dei moderni servizi di streaming ha gradualmente eroso la distinzione tra i film destinati alle sale cinematografiche e quelli che non lo sono, rendendo sempre più sfumata la linea che separa i thriller erotici che sono solo superficialmente tali e quelli che invece si collocano pienamente all’interno del genere. Inganno perfetto [Indiscretion, John Stewart Muller, 2016], con Mira Sorvino nel ruolo della moglie di un politico che si trova in pericolo a causa di un’avventura extraconiugale durata un fine settimana con un giovane artista, è un thriller sull’infedeltà e l’ossessione simile a thriller erotici DTV come Seduzione pericolosa [Carnal Crimes, Gregory Dark, 1991] ed Erotic Boundaries [id., Mike Sedan, 1997], tanto che sembra esserne il remake. Inganno perfetto è stato trasmesso sia su Netflix che su Lifetime e presenta scene di sesso in cui Sorvino, strategicamente coperta da una vestaglia di pizzo o dalla mano di un amante, compie gli stessi movimenti che un tempo facevano, senza nascondere le proprie nudità, le icone del thriller erotico Linda Carol e Kathy Shower.

indiscretion thriller eroticoChristopher Backus e Mira Sorvino in Inganno perfetto, un finto thriller erotico contemporaneo.

Oggi Lifetime, Hallmark Movies & Mysteries e ora Passionflix (la creatura di Tosca Musk, sorella del magnate delle auto elettriche ed esploratore spaziale Elon Musk) producono numerosi thriller sexy che spingono le protagoniste femminili verso il lato oscuro e pericoloso del desiderio. Nell’ultimo decennio i titoli di questi film sono diventati sensazionalistici come quelli di molti thriller erotici di ultima generazione, e hanno iniziato a esplorare territori sessualmente più espliciti. Una lista selezionata ma non completa di finti thriller erotici prodotti soltanto per Lifetime in soli tre anni include Dating to Kill (2019), His Deadly Affair [id., Danny Buday, 2019], Omicidi in Oklahoma [In Bed with a Killer, Colin Edward Lawrence, 2019], Il killer del piano di sotto [The Killer Downstairs, Tony Dean Smiths, 2019] , My Wife’s Secret Life [id., Jason Bourque, 2019], La doppia faccia del mio passato [His Fatal Fixation, Stuart Archer, 2020], Sleeping with Danger [id., David Weaver, 2020], Mile High Escorts [id., Sam Irvin, 2020], Obsession: Escaping My Ex [id., Alexandra Carrière, 2020], Obsession: Stalked by My Lover [id., Alexandra Carrière, 2020], Obsession: Her Final Vengeance [id., Curtis Crawford, 2020], Pool Boy Nightmare [id., Rolfe Kanefsky, 2020], Un ragazzo quasi perfetto [Psycho Escort, Monika Lynn Wesley, 2020], Namasté: Calma apparente [Psycho Yoga Instructor, Brian Herzlinger, 2020], Sugar Baby Murder [id., Brooke Nevin, 2020], Un college pericoloso [College Professor Obsession, Brent Ryan Green, 2021], A Date with Danger [id., Cat Hostick, 2021], Delitti alla radio [Deadly Dating Game, Michael Hoy, 2021], Deadly Seduction [id., Tom Shell, 2021], Designed for Death [id., Jessica Janos, 2021], Insidie nell’ombra [Her Deadly Boyfriend, Brooke Nevin, 2021], Un amore criminale [Lethal Love Triangle, Daniel West, 2021], Fatal Memory [id., Gigi Gaston, 2022], Sins in the Suburbs [id., Sam Fichtner, 2022], The Wrong Blind Date [id., David DeCoteau, 2022], Student Seduction [id., Ted Campbell, 2022], Swindler Seduction [id., Jonathan Wright, 2022]. Questi film condividono così tanti elementi con i thriller erotici sentimentali con protagoniste femminili dell’era DTV che sono, di fatto, indistinguibili. Il thriller sentimentale femminile raramente viene menzionato in relazione ai thriller erotici contemporanei o alla presunta scomparsa del sottogenere perché prospera al di sotto della superficie del cinema mainstream e, pertanto, sfugge all’attenzione del grande pubblico. Le donne a cui piacciono questi film generalmente non li recensiscono, gli uomini non li guardano o non ammettono di guardarli, e i critici su ogni gradino della nostra scala culturale li ignorano perché non sono sufficientemente alla moda, prestigiosi, controculturali, o non hanno grandi attori. Al di fuori del giudizio degli accademici, dei recensori cinematografici e degli utenti dei social media, il thriller sexy al femminile è libero di immergersi nell’atmosfera sensazionalistica e carica di erotismo che il suo pubblico di riferimento desidera ardentemente: uno spazio ideale per il thriller erotico.

2. Il nuovo thriller erotico nero

Come si nota a volte, i thriller erotici dell’era classica erano prevalentemente bianchi ed eterosessuali. Certo, vi sono state alcune deviazioni. Una di queste è il thriller poliziesco neo-noir di Michael Miller Passione mortale, una rivisitazione DTV del capolavoro noir di Jacques Tourneur Le catene della colpa [Out of the Past, 1947], in cui una guardia del corpo si innamora della moglie del gangster che è stato assunto per proteggere. Sebbene Passione mortale sia interpretato da attori neri, la trama e i suoi temi non dipendono apertamente dalla cultura nera o da un’esperienza specificamente nera. Il film ha semplicemente attori neri in tutti i ruoli principali, e questi attori – Billie Dee Williams, Carl Weathers e Lonette McKee – potrebbero essere sostituiti da un cast completamente latino o completamente asiatico senza che la storia debba cambiare.

La situazione è cambiata con Asunder [id., 1998] di Tim Reid e Trois – Legami pericolosi [Trois, 2000] di Rob Hardy. Entrambi questi film sono stati scritti e diretti da uomini di colore e sono ambientati nelle comunità nere. In entrambi i film, l’esperienza nera viene esplicitata ed è posta al centro della storia.

trois 3 Brian White e Patrice Fisher in Trois 3: The Escort [id., Skav One, 2004].

La Rainforest Films di Rob Hardy ha proseguito con la produzione di Trois 2. Una relazione ambigua [Trois 2: Pandora’s Box, Rob Hardy, 2002], Trois 3: The Escort, Motives [id., Craig Ross Jr., 2004] e Motives 2 [id., Aaron Courseault, 2007]. Questi film hanno aperto la strada a una nuova corrente di thriller erotici, al punto che successivamente anche Hollywood ha prodotto alcuni thriller erotici con protagonisti attori di colore. Nel 2016, sulla versione online del Guardian, Dave Schilling ha scritto:

Quello che una volta era un genere onnipresente e altamente redditizio per l’industria cinematografica – il torbido thriller erotico – è svanito dalla coscienza mainstream negli ultimi 20 anni ed è quasi esclusivamente rivolto agli spettatori di colore. […] Il thriller erotico che una volta era incentrato sull’angoscia suburbana bianca ora attinge all’incubo dell’infedeltà della classe medio-alta nera.

In film come Obsessed [id., Steve Shill, 2009], Ossessione omicida [No Good Deed, Sam Miller, 2014], Addicted – Desiderio irresistibile [Addicted, Bille Woodruff, 2014] e The Perfect Guy [id., David M. Rosenthal, 2015], Schilling ha ritrovato le vecchie trasgressioni, aspirazioni e paure del thriller erotico classico, riadattate per il pubblico nero: un avvertimento, forse, relativo al fatto che mentre la cultura nera sta scalando la gerarchia sociale, essa diviene suscettibile agli stessi problemi psicosessuali latenti nella cultura bianca. I recenti thriller erotici neri scritti da David Loughery, Obsessed e Fatale – Doppio inganno [Fatale, Deon Taylor, 2020], seguono le orme del thriller erotico DTV interamente latino di Rogelio Lobato, Depraved, in quanto tutti questi film fanno precipitare un uomo non bianco in una rete di pericoloso desiderio sessuale tessuta da una femme fatale bianca. Il sottotesto tematico non esplicito di ciascuno di questi film, che si riflette nel personaggio di una donna bianca psicotica decisa a smantellare la quiete accuratamente progettata della vita di un uomo nero o latino, è che l’ossessiva patologia psicosessuale di Attrazione fatale – il testo chiave del thriller erotico contemporaneo – costituisce un veleno isolato della società bianca di classe alta e rappresenta una chiara minaccia per coloro che osano oltrepassare i suoi confini.

Mentre cercavo di reperire altri film di questo genere nel 2017, sono arrivato al sito web del distributore cinematografico indipendente Maverick Entertainment Group. Scoprire il catalogo di Maverick composto da thriller erotici neri degli anni Duemila, distribuiti direttamente in DVD e intitolati in modo simile ai thriller erotici dell’epoca classica, è stata una rivelazione.

maverick film thriller erotici softcoreDVD disponibili sul sito web di Maverick Entertainment Group. L’imitazione dei titoli, delle frasi promozionali e delle immagini dei thriller erotici DTV è lampante, così come il fatto che nessuno di questi film venga menzionato nel dibattito contemporaneo intorno al thriller erotico. Alcuni di essi non hanno nemmeno una pagina IMDb.

Quasi mai menzionata nelle discussioni contemporanee sul thriller erotico, questa continua proliferazione del sottogenere è un’ulteriore dimostrazione che il thriller erotico oggi funziona solo quando è realizzato per un pubblico specifico, capace di apprezzarne le sue peculiarità, rimanendo nascosto al grande pubblico. Nel suo libro sui thriller erotici DTV degli anni Novanta, Linda Ruth Williams ha osservato: «Questi film sapevano cosa erano e per chi erano». Questa affermazione si applica in modo ancora più deciso ai nuovi thriller erotici neri, che sono chiaramente realizzati per un pubblico a cui non importa se i critici di Jezebel, Vox e New York Magazine non menzionano Forbidden Fruit 2: Second Bite [id., Bobby Peoples, 2021] o Deceitful Tendencies [id., Jeff Profitt, 2022] quando lamentano «la morte del thriller erotico».

3. Bollywood

All’inizio degli anni 2000 alcuni classici del thriller erotico DTV – come Passione fatale, Istinti pericolosi e Secret Games – hanno iniziato a comparire su YouTube con l’inconfondibile intestazione del Central Board of Film Certification del governo indiano; un’indicazione che la posizione anti-pornografica di lunga data dell’India non si estendeva ai thriller classificati R dell’era DTV e che la base di fan per i thriller erotici in India potesse essere ampia. Quando più o meno nello stesso periodo una nuova variante del genere thriller erotico, chiaramente influenzata dai classici, iniziò a fare la sua comparsa nel cinema di Bollywood, la connessione divenne evidente. Proseguendo fino ai giorni nostri, i thriller erotici di Bollywood includono Jism [conosciuto anche col titolo Body, 2003 — seguito da Jism 2 nel 2021], Aitraaz [id., 2004], Hawas [conosciuto anche col titolo Lust, 2004 — un adattamento del thriller erotico L’amore infedele – Unfaithful di Adrian Lyne del 2002], Murder [2004 — seguito da Murder 2 nel 2011 e Murder 3 nel 2013], Sheesha [id., 2005], Aksar [id., 2006], B.A. Pass [id., 2012], Hate Story [2012 — seguito da Hate Story 2 nel 2014, Hate Story 3 nel 2015 e Hate Story 4 nel 2018], Zid [id., 2014] e Wajah Tum Ho [id., 2016]. Ma l’elenco potrebbe continuare.

jism sected gamesI DVD di Jism e Secret Games. I nuovi thriller erotici di Bollywood prendono direttamente spunto dai thriller erotici DTV americani degli anni Novanta, riconfigurando le stesse immagini e frasi promozionali.

Come ha indicato Dave Schilling nella sua analisi dei nuovi thriller erotici neri, gli elementi legati alle ambizioni dell’alta borghesia aspirazionali del genere – case di lusso, auto sportive, lavori ben pagati – sono diventati centrali nei film di Bollywood. Come hanno scoperto i film DTV degli anni Novanta, i thriller erotici di Bollywood incentrati sul desiderio femminile rappresentavano un territorio inesplorato ma eccitante per un pubblico abituato a film incentrati sul desiderio maschile. Intervistato dall’Hindustan Times, Mahesh Bhatt (pioniere dei thriller erotici di Bollywood e produttore di Raaz [id., 2002], Raaz 3 [id., 2012], Murder 2, Murder 3 e Love Games [id., 2016]) ha offerto una spiegazione del successo del thriller erotico in India:

Raaz, Murder e Jism hanno inaugurato una nuova era del cinema in cui [un] gruppo demografico più giovane in India stava scoprendo un lato audace e senza paura delle donne che era stato tenuto nascosto […]. Bipasha Basu, la protagonista di Jism, dice che il corpo conosce la lussuria, non l’amore. Lei [va a letto con uomini] al di fuori del matrimonio [e] osa mostrare un nuovo lato delle donne indiane. Abbiamo ripreso la stessa cosa in Murder 2 e mescolato la violenza con l’erotismo.

Quindi, ancora una volta, il thriller erotico ha funzionato quando ha trovato un pubblico sensibile alle sue astrazioni e i cui tabù culturali possono essere messi in discussione. Per molti versi l’atmosfera che circonda il thriller erotico contemporaneo di Bollywood non è dissimile dall’atmosfera conservatrice che ha dato origine al thriller erotico DTV. Quando i valori tradizionali e le aspirazioni della classe media possono essere messi a repentaglio dalle attrazioni fatali, dalle relazioni illecite e dai desideri pericolosi, allora le condizioni sono propizie per un ritorno del thriller erotico.

Ritorno

Sfortunatamente per coloro che sperano in una rinascita del thriller erotico, ci troviamo in una situazione di stallo. Anche se nuovi film come Acque profonde possono attirare l’attenzione sui social media e offrire una momentanea distrazione rispetto a contenuti più trasgressivi disponibili su YouTube, nei videogiochi o su diverse piattaforme di streaming, questo non rappresenta necessariamente un terreno fertile per una vera e propria rinascita di questo sottogenere cinematografico.

Negli ultimi tempi ci sono stati alcuni tentativi seri e di alto profilo di rivitalizzare il genere thriller erotico, ma nessuno di essi è riuscito a sancire una vera e propria rinascita del sottogenere, né a Hollywood né ai suoi margini. Spesso, l’etichetta di “thriller erotico” viene applicata in modo superficiale e inaccurato a qualsiasi dramma a tinte fosche che includa brevi scene softcore. Per esempio, il thriller di fantascienza di Olivia Wilde, Don’t Worry Darling [id., 2022], è stato erroneamente etichettato come un thriller erotico da diverse pubblicazioni online, come Movieweb, Insider, Vanity Fair e altre, probabilmente a causa di alcune audaci scene di intimità softcore presenti nella trama e del fatto che si dice che Olivia Wilde abbia studiato Attrazione fatale e Proposta indecente in preparazione alla regia. Nonostante sia un film ben realizzato, non si può considerarlo un thriller erotico, almeno non secondo la definizione che abbiamo proposto all’interno di questo dossier, ed è improbabile che i fan del sottogenere lo considerino come tale. Curiosamente, negli ultimi quindici anni sono stati prodotti una dozzina di thriller erotici di budget medio che i veri appassionati del sottogenere riconoscerebbero come tali. Tuttavia, per qualche motivo, questi film non vengono menzionati negli articoli che lamentano la morte del thriller erotico, né vengono utilizzati come esempi di una possibile rinascita del genere.

Il thriller di sorveglianza/ossessione di Andrea Arnold, Red Road [id., 2006], ha come protagonista Kate Dickie nel ruolo di un’operatrice di telecamere a circuito chiuso che a causa del suo desiderio sessuale oltrepassa i confini personali e professionali per perseguire un interesse amoroso dall’altra parte dello schermo – come aveva fatto Andrew Stevens nel thriller erotico DTV Occhi nella notte. Il film si presenta come un esercizio di cinema esistenziale pessimista, con un’audace interpretazione da parte di Dickie. Goddess of Love [id., 2015] di Jon Knautz è un selvaggio thriller erotico psicologico sostenuto dall’intensa performance di Alexis Kendra, che ricorda thriller erotici DTV come Stripped to Kill 2: Live Nude Girls, Hard Drive [id., James Merendino, 1994] e Oltre il buio [One Night Stand, Talia Shire, 1995]. Emozionante e realizzato con grande maestria, Goddess of Love purtroppo è stato ignorato dalla critica, non avendo ricevuto recensioni in nessuna pubblicazione ufficiale o di rilievo. La presenza della pop-star Lindsay Lohan nell’inaspettatamente audace The Canyons [id., 2013] di Paul Schrader ha fatto sì che il film non passasse inosservato, ma purtroppo non è riuscito ad attrarre il pubblico come aveva fatto, ad esempio, Patto a tre negli anni Novanta includendo nel cast una delle Charlie’s Angels, Tanya Roberts, protagonista di una storia di sesso e violenza. Come molti thriller erotici degli ultimi tempi, The Canyons ha inserito nel cast un attore porno (James Deen), nel tentativo di surriscaldare l’atmosfera; ciononostante l’Hollywood Reporter ha trovato il film «non convincente, unidimensionale e alla fine deprimente». Sebbene sia stato pubblicizzato come un thriller neo-noir finanziato in parte dall’eredità di Humphrey Bogart, White Orchid [id., Steve Anderson, 2018] è in realtà un’esplorazione del lato oscuro e pericoloso del desiderio nello stile dei classici DTV come Stripped to Kill, The Finishing Touch, Undercover Heat [id., Gregory Dark, 1995] e Shadow of a Scream [id., Howard McCain, 1996]. In questa variante al femminile del thriller erotico, una donna va sotto copertura per catturare un assassino, ma finisce per diventare dipendente dalla sessualità a cui il suo nuovo travestimento le dà accesso. L’investigatrice privata dai capelli neri interpretata da Olivia Thirlby indossa una parrucca bionda per diventare una donna misteriosa e sessualmente disinibita, e così facendo si spinge verso il lato oscuro del desiderio. Sotto la lucentezza della sua fotografia ad alta definizione, White Orchid è un classico del cinema DTV. Di recente, The Voyeurs [id., 2021] di Michael Mohan ha polarizzato gli spettatori non più abituati a storie di voyeurismo e manipolazione sessuale. Secondo Screen Rant, «In The Voyeurs, lo sceneggiatore-regista Michael Mohan prende tutte le caratteristiche dei thriller erotici degli anni Novanta e le trasporta nell’era moderna». In effetti, il film presenta una straordinaria somiglianza col thriller erotico DTV del 1995 Guardami [Watch Me, Lipo Ching, 1995]. Entrambi i film raccontano la storia di una bella giovane donna che, di nascosto, osserva il loft del suo attraente padrone di casa (che si trova proprio di fronte al suo), facendosi trascinare in un vortice di desiderio pericoloso. Ben presto la situazione si capovolge, e diventa lei stessa l’inconsapevole soggetto di una serie di fotografie voyeuristiche scattate dal suo padrone di casa. Con parole che potrebbero descrivere qualsiasi thriller erotico DTV, Slant Magazine ha aggiunto: «È difficile negare che l’assurda favola di Michael Mohan non eserciti un’attrazione oscura, un po’ come accade col voyeurismo». Rivisitando il passato con nostalgia, The Guardian ha definito il film «una volgarità ben fatta che non vedevamo da troppo tempo».

Sydney Sweeney in The Voyeurs

Un ritorno nostalgico alla «volgarità ben fatta» del thriller erotico è forse all’orizzonte, ma la nostalgia da sola potrebbe non essere sufficiente per resuscitare un genere cinematografico dormiente agli occhi del grande pubblico. Affinché questo si verifichi, come suggeriscono i numerosi film sulle donne in pericolo, i nuovi thriller erotici neri e Bollywood, per prima cosa dovremmo essere ricettivi a ciò che il thriller erotico ha da offrirci. I generi cinematografici esistono per sussurrare segreti alle nostre orecchie, e per ascoltare e comprendere questi segreti non possiamo semplicemente desiderare di ascoltarli, dobbiamo averne bisogno. Come indicato dalle sottoculture cinematografiche che hanno silenziosamente portato avanti la fiamma del thriller erotico dopo che l’attenzione del grande pubblico si è rivolta altrove, il thriller erotico sembra non essere interessato a reinventarsi come un altro prodotto di consumo simile a zombi, vampiri adolescenti o eroi d’azione dei fumetti; né sembra interessato a tornare sui nostri schermi a suon di fanfara. È probabile che il thriller erotico ritorni a essere popolare solo quando e dove gli sarà permesso di fare ciò che ha sempre fatto: quando potrà rivolgersi a un mercato disinteressato alla pornografia ma che non disdegna un po’ di eccitante erotismo; quando gli verrà consentito di proliferare appena al di fuori dei confini del cinema mainstream; quando il pubblico sarà suscettibile nei confronti del messaggio che trasmette, ovvero che il desiderio è pericoloso; e infine, quando questo messaggio potrà essere drammatizzato in un modo che sia eccitante e anche un po’ scandaloso per il suo pubblico.

Alcuni hanno ipotizzato che il movimento #MeToo e il dibattito contemporaneo intorno alle questioni relative al consenso, sia dentro che fuori dallo schermo, potrebbero gettare le basi per nuove storie di desiderio pericoloso. Sembrerebbe inoltre esserci una correlazione diretta tra i nostri attuali servizi di streaming – che sono in effetti grandi negozi di videocassette virtuali – e i negozi di home video fisici del passato. Questi servizi, che aumentano di numero ogni anno, sono affamati di nuovi contenuti, finanziano attivamente film indipendenti e sono ugualmente intolleranti nei confronti della pornografia come lo era Blockbuster Video negli anni Novanta. Ma allora, dove sono tutti i nuovi thriller erotici?

Come dimostrato dalla foto di famiglia su cui termina Attrazione fatale o dall’immagine degli amanti stretti nell’amplesso alla fine di Basic Instinct, il thriller erotico spesso rafforza il valore e la necessità delle stesse cose che mette in pericolo. Dato che il thriller erotico finora non è stato in grado di attrarre l’interesse del grande pubblico nell’era moderna e Hollywood non ha saputo aggiornare questo sottogenere, è possibile che abbiamo perso la capacità di concordare collettivamente su ciò che ha valore. Per il grande pubblico il thriller erotico, come un genio in una bottiglia, potrebbe rimanere intrappolato per sempre nei televisori a tubo catodico del nostro passato, finendo col rappresentare l’immagine congelata di un’era che precede l’influenza socialmente frammentata di telefoni cellulari, social media e porno illimitato su Internet. Forse verrà il momento in cui la bottiglia sarà rotta – da Hollywood o da qualcun altro – e il genio sarà di nuovo libero. Poiché tutte queste questioni sono ancora solo congetture e non disponiamo di ulteriori prove a sostegno di questa tesi, il nostro dossier sul thriller erotico si chiude qui.

 

NOTE

1. Robert Barton Palmer, Hollywood’s Dark Cinema: The American Film Noir, Twayne Pub, 1994, p. 168

2. James Naremore, More than Night: Film Noir in Its Contexts, University of California Press, 2008, p. 9.

3. Stephen Neale, Genre and Hollywood, Routledge, 1999, pp. 173-174.

4. David Cook, A History of Narrative Film, 4a edizione, W. W. Norton & Company, 2003, 873.

5. Ibid.

6. Thomas Leitch, Crime Films, Cambridge University Press, 2002, p. 147.

7. Douglas Keesey, “They Kill for Love: Defining the Erotic Thriller as a Film Genre“, in CineAction, n. 56 (2001), p. 46.

8. David Andrews, Soft in the Middle: The Contemporary Softcore Feature in Its Contexts, ‎ Ohio State University Press, 2006, p. 84.