LORENZO BALDASSARI
IN PRINCIPIO
Voyage of Time: Life’s Journey, di Terrence Malick
Sleep Has Her House, di Scott Barley
IL CINEMA NEL MONDO DIVENTATO FAVOLA
The Neon Demon, di Nicolas Winding Refn
They starve to death… hoping, praying that one day they’ll look like a second-rate version of me.
Allied, di Robert Zemeckis
C’est moi. This is really me, as I am before God.
Personal Shopper, di Olivier Assayas
Is that you? Or is it just me?
Nocturnal Animals, di Tom Ford
Believe me, our world is a lot less painful than the real world.
MENZIONI SPECIALI
(Segnalati in ordine alfabetico)
A Lullaby for the Sorrowful Mystery, di Lav Diaz
By the Time It Gets Dark, di Anocha Suwichakornpong
Déserts, di Charles-André Coderre e Yann-Manuel Hernandez
The Handmaiden, di Park Chan-Wook
Hinterlands, di Scott Barley
La La Land, di Damien Chazelle
STEFANO CASELLI
(Affacciati sul baratro spettrale a scoprire che gli spettri siamo noi. 5 film dal 2016)
#1 Personal Shopper, di Olivier Assayas
L’arcano è il fantasma: un cinema irrisolto
#2 The Wailing [Gok seong], di Na Hong-jin
L’arcano è la verità: un cinema costretto a soffrire
#3 È solo la fine del mondo [Juste la fin du monde], di Xavier Dolan
L’arcano è lo spazio: un cinema troppo umano, disumano
#4 The Neon Demon, di Nicolas Winding Refn
L’arcano è il reale: la luce è un’allucinazione
#5 Your Name [Kimi no na wa.], di Makoto Shinkai
L’arcano è l’incontro: il tempo è una condanna
ANDREINA DI SANZO
I film che ho amato, sparsi in ordine sensoriale.
Primavera: Nocturama / Arrival / The Neon Demon / Voyage of Time
Estate: Ma Loute / Safari / Grave / The Handmaiden
Autunno: La mort de Louis XIV / Animali notturni / The Wailing / Elle
Inverno: Personal Shopper / The Woman Who Left / La tartaruga rossa / Cane mangia cane
FABIO FULFARO
Elle [Paul Verhoeven]
Requiem per la famiglia borghese
Paterson [Jim Jarmusch]
La poesia delle piccole cose di ottimo gusto
Una vita [Une vie, Stéphane Brizé]
Ogni cosa è illuminata dal ricordo
Vi presento Toni Erdmann [Toni Erdmann, Maren Ade]
Nel nome (grottesco) del padre
Split [Manoj Night Shyamalan]
La specialità della diversità
Personal Shopper [Olivier Assayas]
Riportare in vita i morti
Fai bei sogni [Marco Bellocchio]
Alla ricerca della madre perduta
Frantz [François Ozon]
Identificazione di un amore impossibile
Voyage of Time: Life’s Journey [Terrence Malick]
L’immagine-cosmo
La ragazza senza nome [La fille inconnue, Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne]
La moralità di una scelta
SERIE TV: The Night Of – Cos’è successo quella notte? [The Night Of, creata da Richard Price e Steven Zaillian]
MARCO GRIFÒ
1) Bitter Money [Ku Qian], di Wang Bing
Il rigore usuale della regia di Wang Bing tremola: vivisezione dell’empatia al Cinema.
2) Voyage of Time: Life’s Journey di Terrence Malick
Viaggio nell’occhio della Divinità.
3) The Neon Demon di Nicolas Winding Refn
O dell’immagine velenosa.
4) Nocturama di Bertrand Bonello
Zombie in un dipinto di Piet Mondrian.
5) One More Time with Feeling di Andrew Dominik
Uno spiraliforme inabissamento fra Cinema e Musica.
6) Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi, Martina Parenti
La techné e il Cinema come plasma.
7) Silence di Martin Scorsese
Lo sguardo sadico e l’atto di Fede.
8) Una vita [Une vie] di Stéphane Brizé
La vita è ciò che avviene tra un evento e un altro.
9) Personal Shopper di Olivier Assayas
“Is that you? Or is it just me?”.
10) Elle di Paul Verhoeven
La dissacrazione definitiva del genere-Cinema.
ALBERTO LIBERA
Le citazioni sono tratte da un romanzo anch’esso del 2016, Zero K di Don DeLillo [pubblicato in Italia da Einaudi]
I 10 +2 DEL CUORE…
Simulazioni
Stiamo forse simulando la fine per poterla studiare, e magari per riuscire a sopravvivere?
#Allied – Un’ombra nascosta [Allied, Robert Zemeckis]
#Sully [id., Clint Eastwood]
Poesia
Era una specie di poesia dell’illusione.
#Neruda [id., Pablo Larraín]
#A Quiet Passion [id., Terence Davies]
Storia
Non è una terra flagellata e pressata dalla storia. La storia che è qui è sepolta. […] La storia è nei tumuli. Siamo al di fuori dei confini ultimi. Stiamo dimenticando tutto quello che sapevamo. […] Riusciamo a vedere noi stessi che viviamo al di fuori del tempo, al di fuori della storia? […] Siamo caduti fuori dalla storia.
#La mort de Louis XIV [id., Albert Serra]
#A Lullaby to the Sorrowful Mystery [Hele sa hiwagang hapis, Lav Diaz]
Fede
Tecnologia basata sulla fede. Ecco cos’è. Un altro dio. Non tanto diverso, alla fine, da alcune nostre divinità del passato. Solo che è un dio reale, questo, è vero, mantiene le promesse.
#Silence [id., Martin Scorsese]
#Rogue One: A Star Wars Story [id., Gareth Edwards]
Fantasmi
Avrete una vita da fantasma all’interno della scatola cranica
#Personal Shopper [id., Olivier Assayas]
#The Neon Demon [id., Nicolas Winding Refn]
…e ancora fantasmi (di luoghi)
Un’altra immagine ripresa da un drone, una città distrutta, una città fantasma, minuscole figure che frugano in mezzo alle macerie.
#The Illinois Parables [id., Deborah Stratman]
#Sleep Has Her House [id., Scott Barley]
… E ALTRI 10 FILM IRRINUNCIABILI
Ave, Cesare! [Hail, Caesar!], di Joel ed Ethan Coen
Elle, di Paul Verhoeven
Home sapiens, di Niklaus Geyrhalter
Julieta, di Pedro Almodóvar
Ma Loute, di Bruno Dumont
Paterson, di Jim Jarmusch
Quando hai 17 anni [Quand on a 17 ans], di André Tèchiné
Spira Mirabilis, di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti
10 Cloverfield Lane, di Dan Trachtenberg
Voyage of Time: Life’s Journey, di Terrence Malick
APPENDICE
#CORTI e #NUOVI SGUARDI: Animal político [Tião], Autumn, Autumn [Jang Woojin], À voix haute – La force de la parole [Stéphane de Freitas, Ladj Ly], Best of Luck with the Wall [John Begley], By the Time It Gets Dark [Dao khanong, Anocha Suwichakornpong], Cameraperson [Kirsten Johnson], Che Dio ci perdoni [Que Dios nos perdone, Rodrigo Sorogoyen], Colombi [Luca Ferri], I cormorani [Fabio Bobbio], I corrotti: The Trust [The Trust, Alex e Benjamin Brewer], Harmonium [Fuchi ni tatsu, Kôji Fukada], The Hedonists [Jia Zhang-ke], Hinterlands [Scott Barley], Ilegitim [Adrian Sitaru], Indagine su sei brani di vita rumorosa dispersi in un’estate afosa [Ilaria Pezone], Lady Macbeth [William Oldroyd], Mimosas [Oliver Laxe], The Neighbor [Marcus Dunstan], L’ombra della paura a.k.a. Sotto l’ombra [Under the Shadow, Babak Anvari], Sarah Winchester, opéra fantôme [Bertrand Bonello], O Silêncio de Céu [Marco Dutra], Taekwondo [Marco Berger, Martín Farina], La tartaruga rossa [La Tortue rouge, Michaël Dudok de Wit], A Train Arrives at the Station [Thom Andersen], Turn Left Turn Right [Douglas Seok]
#SERIE TV: Atlanta [creata da Donald Glover], S01
SEBASTIANO LOMBARDO
#1 – The Neon Demon [Nicolas Windidng Refn]
#2 – Paterson [Jim Jarmusch]
#3 – Neruda [Pablo Larraín]
#4 – Julieta [Pedro Almodóvar]
#5 – Elle [Paul Verhoeven]
#6 – Silence [Martin Scorsese]
#7 – Lo and Behold, Reveries of the Connected World [Werner Herzog]
#8 – Arrival [Denis Villeneueve]
#9 – Split [Manoj Night Shyamalan]
#10 – Ma Loute [Bruno Dumont]
MARTINA MELE
Appunti critici/confronti più o meno pertinenti/frame preferiti.
Animali notturni [Nocturnal Animals, Tom Ford]
Virtualità di confini tra cinema e letteratura, immagine e parola.
Scrive Boehm: «ciò che ci si presenta come immagine si basa su un unico contrasto fondamentale, quello tra la totalità di una superficie chiaramente visibile (ndr: l’immagine cinematografica di Nocturnal Animals) e tutte le interazioni che essa include al suo interno (ndr: il romanzo di riferimento di Wright; il romanzo del protagonista della pellicola fordiana Edward Sheffield)» (Boehm – La svolta iconica, 2009).
Civiltà perduta [The Lost City of Z, James Gray] / Claude Lévi-Strauss
Lévi-Strauss fa il bagno con i Nambikwara, popolazione indigena del Brasile (1938).
Elle [id., Paul Verhoeven] / La cérémonie (Claude Chabrol, 1995)
Isabelle Huppert a mano armata:
Ma Loute [id., Bruno Dumont] / Monsieur Fantômas [id., Ernst Moerman (1937)]
https://www.youtube.com/watch?v=s1dB9ohx39Q
I cormorani [id., Fabio Bobbio] / Helpless Stones [Koroishi, Takuya Dairiki e Takashi Miura, 2010]
I Cormorani: documentario creativo (Tue Steen Müller) che esercita un trattamento visivo della realtà in cui viviamo, declinandola secondo prospettive ed interpretazioni personali. Caratteristica è la dispersione dei corpi nel paesaggio che ricorda film come Helpless Stones (Koroishi, 2010) di Takuya Dairiki e Takashi Miura.
Silence [id., Martin Scorsese]
La La Land [id., Damien Chazelle]
Mentre guardavo La La Land, pensavo a quanto scrive Serge Daney a proposito di un film della Breillat: «Lungi dall’essere solo e semplicemente il luogo di un’apertura verso l’altro, (ndr: il cinema) diverrebbe l’unico luogo in cui potrei aprirmi, in incognito, all’altro. E (il cinema) sarebbe allora il “mio” luogo.» (Il cinema, e oltre. Diari 1988-1991) Beh, La La Land rappresenta quel “mio” luogo.
Rester Vertical [id., Alain Guiraudie]
Ernst Lubitsch / Frantz [id., François Ozon]
Poster francese di Broken Lullaby (1932); Poster tedesco di Frantz [id.,], film liberamente ispirato alla citata pellicola lubitschiana.
Personal Shopper [id., Olivier Assayas]
«No desire if it’s not forbidden»
ANDREA TERMINI
#1 – A Lullaby to the Sorrowful Mystery [Hele sa Hiwagang Hapis], di Lav Diaz
#2 – The Neon Demon, di Nicolas Winding Refn
#3 – Personal Shopper, di Olivier Assayas
#4 – Nocturama, di Bertrand Bonello
#5 – Neruda, di Pablo Larraín
#6 – La mort de Louis XIV, di Albert Serra
#7 – La tartaruga rossa [La Tortue rouge], di Michaël Dudok de Wit
#8 – Paterson, di Jim Jarmusch
#9 – Civiltà perduta [The Lost City of Z], di James Gray
#10 – Voyage of Time: Life’s Journey, di Terrence Malick
NICOLÒ VIGNA
AL CUORE.
Your Name, di Makoto Shinkai.
L’IMMAGINE DIVORATA.
#1 – The Neon Demon, di Nicolas Winding Refn.
#2 – Nocturama, di Bertrand Bonnello.
#3 – Personal Shopper, di Olivier Assayas.
GENESI E APOCALISSE.
#1 – Voyage of Time: Life’s Journey, di Terrence Malick.
#2 – Homo Sapiens, di Nikolaus Geyrhalter.
#3 – Into the Inferno, di Wener Herzog.
FUORI FORMATO. RICERCHE.
#1 – A Lullaby to the Sorrowful Mystery, di Lav Diaz.
#2 – Beduino, di Júlio Bressane.
#3 – Sleep Has Her House, di Scott Barley.
E AL CUORE, ANCORA.
La tartaruga rossa, di Michaël Dudok de Wit.
Nonché due menzioni speciali. Per i sadici, vendicativi Animali notturni di Tom Ford, e per l’immenso, marcescente Jean-Pierre Léaud de La mort de Louis XIV di Albert Serra.